S. Giacinto Giordano Ansalone e Beato Francesco Spoto – Raffadali (AG)
Data della Festa:
2° Domenica di Novembre
La comunità ecclesiale di San Giacinto Giordano Ansalone ha vissuto momenti di grazia in occasione della dedicazione della chiesa parrocchiale e della consacrazione dell’altare, nonché per la prima volta è stato solennizzato anche in maniera esterna il Santo Patrono, di cui fino a quest’anno la parrocchia non era fornita del simulacro, fatto realizzare presso gli scultori di Ortisei dal nuovo parroco Don Mario Giuseppe Carbone, che ha voluto il completamento e il decoro della chiesa, e allo stesso tempo si è prodigato a fare conoscere la figura del Santo quisquinese San Giordano Ansalone e del Beato raffadalese Francesco Spoto, a cui di quest’ultimo è stato intronizzata sotto la mensa una teca in argento contenente una sua reliquia.
Il Beato Francesco Spoto, martire
Nacque l’8 luglio 1924 a Raffadali (AG).
Nel 1936 entrò nel seminario dei padri Bocconisti a Palermo e il 22 Luglio 1951, nel santuario “Madonna dei Rimedi”, venne ordinato sacerdote dal Card. Ernesto Ruffini.
Nel capitolo generale del 1959, ad appena 35 anni, circondato da grande stima, i confratelli lo elessero come superiore generale. Portò a termine l’approvazione delle costituzioni da parte della Santa Sede e fece introdurre la causa di canonizzazione di Padre Giacomo Cusmano.
Il 4 agosto 1964 si recò a Biringi (Zaire) nella missione aperta tre anni prima, per confortare i suoi fratelli che soffrivano la persecuzione da parte dei “Simba”. Il 3 dicembre i quattro missionari furono catturati. Padre Spoto riuscì ad evadere, a piedi nudi, ed esausto di forze per aver vagato tutto un giorno in mezzo alla boscaglia si inginocchiò e pregò: “Signore, ti offro la mia vita, ma salva i miei confratelli”. Il 27 dicembre 1964 a soli 40 anni, in seguito agli stenti, alle percosse e alle vessazioni dei Simba, moriva e i tre confratelli, di lì a poco, misteriosamente si salvavano.
Il suo corpo fu portato in Italia e dal 1987 si trova nella chiesa “Cuore Eucaristico di Gesù” a Palermo.
Il 26 giugno 2006 papa Benedetto XVI ha riconosciuto ufficialmente il martirio di Don Francesco Spoto ed il 21 aprile 2007 è stato beatificato nella Chiesa Cattedrale di Palermo.
San Giacinto Giordano Ansalone, martire
Nacque il 10 novembre 1598, a Santo Stefano Quisquina (Ag). All’età di 17 anni, affascinato dall’ideale missionario, entrò nell’Ordine dei Domenicani nel Convento di Agrigento, dove prese il nome di Giordano. Iniziati gli studi nel Convento di Palermo, si trasferì nel 1618 a Salamanca per completarli e acquistare un’adeguata preparazione al suo desiderio di recarsi missionario in Oriente. A Trujillo fu ordinato sacerdote. Nel 1625 raggiunse a piedi Siviglia e partì per le missioni. Dopo una sosta di circa un anno in Messico, attraversò il Pacifico, nell’estate del 1626, raggiunse le Isole Filippine. Spese dapprima due anni tra i Filippini, a Cagayan, nel nord dell’isola di Luzon, poi visse per quattro anni tra i cinesi d’una colonia del sobborgo di Binondo, a Manila, nella Parrocchia e all’Ospedale S. Gabriele, costruito per loro. Studiò a fondo la lingua, la mentalità e i costumi dei cinesi, dimostrandosi vero antesignano d’inculturazione e precorritore del dialogo con i non credenti. A tale scopo scrisse anche un’opera, irrimediabilmente perduta, in cui raccoglieva le principali credenze religiose e idee filosofiche dei cinesi, discutendole con i dati della fede e della dottrina cattolica, per un confronto chiarificatore. Nel 1632, mentre infuriava la persecuzione, si recò in Giappone per recare aiuto e conforto: per un anno fu Vicario Provinciale di questa missione. Gravemente ammalato nell’isola di Kyushu, “impetrò dalla Vergine Maria di essere guarito fino a quando non lo avessero ucciso per Cristo”. Incarcerato il 4 agosto 1634, fu sottoposto a inaudite torture. Fu infine sospeso a una forca col capo all’ingiù e seminterrato in una fossa. Agonizzò per sette giorni e mori a 36 anni il 17 novembre 1634 sulla collina di Nishizaka a Nagasaki. Papa Giovanni Paolo II il 18 ottobre 1987 lo ha proclamato Santo con altri 15 compagni martiri di varie nazionalità.
La famiglia domenicana e la Chiesa Agrigentina ne celebra la festa il 19 novembre.
Le solenni celebrazioni hanno avuto il loro inizio il giovedì 13 novembre con la divina liturgia di San Giovanni Crisostomo in rito Greco/Bizantino animata dalla comunità bizantina di Palazzo Adriano (PA).
Il venerdì 14, alle ore 21,00 ci si è ritrovati insieme al clero cittadino, al signor sindaco, all’amministrazione, alle autorità militari e ai numerosissimi fedeli nella chiesa di San Giovanni (chiesa frequentata da fanciullo dal beato Francesco Spoto) per accogliere l’urna con la reliquia del Beato giunta da Palermo, accompagnata da Padre Salvatore Fiumanò sdp, custode delle sacre reliquie. Dopo un momento di preghiera all’interno della chiesa, si è snodata per le vie cittadine la fiaccolata che ha accompagnato l’urna nella nuova chiesa parrocchiale dove sarà intronizzata sotto l’altare.
Il sabato 15, la comunità ecclesiale si è stretta attorno al pastore della Chiesa Agrigentina, Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo, per la solenne liturgia della dedicazione della chiesa, la consacrazione dell’altare e l’intronizzazione delle sacre reliquie.
Domenica 16 invece si è svolta la prima festa esterna in onore del Santo Patrono Giordano Ansalone, che dopo il solenne pontificale presieduto da Mons. Carmelo Ferraro, Arcivescovo emerito di Agrigento, è stato portato in processione accompagnato dalla banda musicale il nuovo simulacro del Santo.
Testo a cura del nostro collaboratore Roberto Di Miceli
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Foto a cura del nostro collaboratore Roberto Di Miceli