S. Maria Immacolata – Santa Maria di Licodia (CT)
Tota Pulchara es Maria, Tutta splendente è Maria. Con queste parole inizia l’antico inno gregoriano alla Vergine Immacolata. L’otto dicembre segna una data fondamentale nell’animo dei cristiani. La tutta Bella, la tutta Santa, la Vergine Maria , viene presentata a noi in questo solennissimo giorno, concepita immune dal peccato originale. Il principio dell’Immacolato concepimento di Maria, nasce in oriente, e si diffonde in occidente grazie alla capillare devozione dei frati Francescani. La Sicilia è la terra che meglio accoglie questo culto alla Beata Vergine Maria, conosciuto durante la dominazione bizantina, ma che trova il suo apice durante il secolo XV, epoca della dominazione spagnola. Sono i viceré di Spagna che tra il 1618 e il 1622, presentarono a nome del popolo siculo la supplica prima a Papa Paolo II e poi a Gregorio XV, affinché il dogma dell’Immacolata, patrona del popolo siciliano, venisse definito. È il viceré di Spagna Alfonso Henriquez de Caprera, che il 23 Febbraio 1643, ordina a tutti i comuni dell’isola di celebrare solennemente l’Immacolata. Nel 1654, veniva emesso, nella città di Catania, il voto di difendere il dogma dell’Immacolata, che nel 1655 si estende a tutta l’isola, con l’intento di tutelare il dogma al costo della vita. Ma si doveva giungere al 1854 per essere definitivamente approvato dalla Chiesa, sotto il pontificato del Beato Pio IX.
A Santa Maria di Licodia, come negli altri centri dell’isola, la devozione è antica. La prima testimonianza del culto alla Purissima, così veniva chiamata l’Immacolata nel seicento, è un simulacro dell’epoca, proveniente dal monastero dei benedettini, e che veniva venerato nella Chiesa della Consolazione, prima che questa venisse riedificata. Nel settecento viene eseguito l’attuale simulacro per la chiesa dei Benedettini, e la tela per la adiacente chiesa del Crocifisso. Negli anni ’30 un nuovo simulacro dell’Immacolata in cartapesta viene presentato alla devozione dei fedeli, nel 1932, in contrada Cavaliere Vigne, viene edificata una chiesa, dedicata alla Beata Vergine Maria Immacolata. Negli anni ’50, veniva donata alla parrocchia del Carmelo un simulacro in gesso dell’Immacolata. Ultimo evento legato al culto della Beata Vergine Immacolata è stato il ritorno in Chiesa Madre, nel 2003, dell’antica effige della Madonna.
La festa della Madonna, è un evento tanto atteso dai fedeli licodiesi. Nel mese precedente alla festa, un gruppo di donne, si impegna a raccogliere le offerte per la realizzazione della solennità. Ci si prepara all’otto dicembre con la novena in Chiesa Madre, la prima domenica di Avvento avviene la svelata della Madonna, e infine arriva l’otto dicembre, salutato dai colpi a cannone alle otto e a mezzogiorno. Durante la mattinata la chiesa si riempie di fedeli per assistere alle sante Messe, nel frattempo la banda cittadina, allieta le strade con armonie musicali. Si arriva infine alla sera. La chiesa è gremita di fedeli per assistere alla Messa solenne, al termine della quale ci sarà la processione della Madonna. Dopo esser stata sistemata, l’immagine di Maria viene abbellita dai gioielli ex voto dono dei fedeli negli anni. Al termine della vestizione i confrati del SS. Sacramento sollevano la varetta e si dirigono verso l’uscita. La Madonna è accolta sulla piazza, dai fedeli, dal suono delle campane e della banda musicale e dai fuochi d’artificio. Inizia la processione, tutti si schierano dietro l’immagine per accompagnare la Madre del Cielo, nell’itinerario cittadino. Alla musica della banda si alternano le preghiere e i canti mariani. La Madonna passa per le vie, illuminate già dalle luci natalizie, e benedice le case, le famiglie, dona conforto ai tribolati e porta gioia e speranza nel cuore di chi la invoca. Il grido “Cu vera fidi, Viva Maria!” si eleva di tanto in tanto dalla bocca dei fedeli che portano sulle spalle il pesante fercolo. La processione passa dalle chiese cittadine, la Consolazione e la parrocchia della Madonna del Carmelo, dove riceve l’omaggio della Comunità rappresentata dal parroco. La via Vittorio Emanuele è l’ultimo tratto della processione. Al ritorno in piazza, vengono accesi i fuochi d’artificio che salutano la Beata Vergine che rientra nella chiesa. Qui l’assemblea dopo l’ultima riflessione dettata dal predicatore, e aver cantato ancora alla Madre di Dio, si congeda, serbando nel cuore la gioia e la soddisfazione di aver degnamente onorato l’Immacolata.
Testo a cura del nostro collaboratore Riccardo Spoto
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Foto a cura di Vincenzo Zappalà
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Foto a cura del nostro collaboratore Riccardo Spoto