S. Giuseppe – Festa Liturgica Invernale – Santa Maria di Licodia (CT)

Data della Festa:
19 Marzo

Il mese di Marzo è dedicato dalla pietà popolare, alla straordinaria figura di San Giuseppe, Padre Putativo di Nostro Signore e Sposo della Vergine Maria.
Sono tante le manifestazioni religiose e folkloristiche che si tengono, in molti comuni siciliani, per onorare il Patriarca.
La comunità di Santa Maria di Licodia, anche se con tono molto dimesso, festeggia in maniera solenne la memoria del Santo il 19 marzo. La cittadina etnea dedica due feste al Patrono, il cui culto fu introdotto nel sec. XVI-XVII dai PP. Benedettini, la prima il 19 Marzo, e la seconda, ma più importante, l’ultima domenica di Agosto, definita “festa ranni”.
La festa di Marzo ha assunto le sue peculiarità nel 1878, data in cui il Beato Card. Giuseppe Benedetto Dusmet, concesse le celebrazioni agostane, da allora ha mantenuto pressoché invariate le sue caratteristiche.
Benché gli aspetti folkloristici siano molto differenti tra le due feste, non muta assolutamente la devozione e la partecipazione popolare alla ricorrenza di Marzo, la quale rispecchia il mesto spirito quaresimale in cui si introduce.
A motivo della concomitanza del 19 marzo con la Settimana Santa , quest’anno la solennità di San Giuseppe è stata posticipata al 15 Marzo.
Le celebrazioni sono cominciate l’8 Marzo, con l’inizio del settenario in preparazione alla festa “a’sittina”, e l’accensione della “Lampada della Fede” presso la cameretta del Santo. I confrati di San Giuseppe, organizzatori delle cerimonie al termine della messa, muovono in processione verso la cappella, e depongono la lampada, che arde simbolicamente con l’olio dei fedeli fino alla conclusione della festa di agosto. Durante la settimana, i devoti riempiono la chiesa Madre, per assistere alla Santa Messa, alla coroncina e al canto degli inni a San Giuseppe. Anche i bambini omaggiano il Patrono in tre giorni dedicati loro. I primi a rendere omaggio a San Giuseppe sono i pargoli della scuola materna, seguono i ragazzi della scola media, e infine concludono i bambini delle elementari. Ognuno di loro porta in chiesa fiori e ceri, i primi adorneranno gli altari, e i secondi arderanno innanzi al SS Sacramento durante l’anno.
Giornata speciale è quella dedicata ai fanciulli della scuola elementare, ai quali dopo la messa viene offerto il pranzo dei “virgineddi”, un lauto pasto preparato da tante madri licodiesi in onore al Patriarca.
La vigilia della festa è una data molto importante ed attesa, dopo quasi sette mesi, il volto sorridente di San Giuseppe, si mostrerà ancora una volta ai suoi devoti, che fiduciosi e trepidanti lo attendono nella funzione dell’apertura della cameretta.
Con la processione introitale, la confraternita e il clero si dirigono alla cappella del Santo Patrono, dove dopo il canto delle litanie e al consueto grido dei devoti “ E Gridami tutti viva! Viva San Gniuseppi!”, l’artistico simulacro del Patrono viene svelato dalla cameretta, e accompagnato dalle grida di viva e dal canto dell’inno è traslato all’altare maggiore della chiesa, per l’inizio della messa solenne.
Il giorno della Solennità di San Giuseppe è salutato dai colpi a cannone, e durante la mattinata la gente va in chiesa a salutare il proprio Santo, che attende e benedice tutti dall’altare. È l’occasione per omaggiare il Patrono con dei fiori, che vengono deposti presso la cameretta, e rivolgergli suppliche e ringraziamenti. La sera la chiesa è stipata più del solito per la Messa Solenne , “a’ Missa Cantata”. Al termine della messa, il Santo viene sistemato dai confrati sulla varetta adoperata per l’occasione, ed sostenuto dalle spalle dei confrati esce dalla chiesa al suono delle campane, accolto dai devoti e dalla moschetteria. Segue la breve processione che percorre le strade dell’isolato attorno alla Chiesa. Al termine i fuochi d’artificio salutano l’ingresso del Patrono in chiesa, qui i tanti devoti potranno rivolgere ancora l’ultimo sguardo verso il loro Santo, prima che venga chiuso nella cameretta. Dopo una riflessione dettata dal parroco e aver cantato gli inni, le porte della cameretta si chiudono, alle grida di viva e agli applausi dei devoti, celando così l’immagine del Patrono che potrà essere nuovamente rivista con ancora più giubilo l’ultima domenica di agosto per la Festa Grande.

Testo a cura del nostro collaboratore Riccardo Spoto

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Foto a cura del nostro collaboratore Riccardo Spoto

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