SS. Fratelli Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino – Trecastagni (CT)
Ecco il giorno della festa, finalmente da parte dei devoti l’attesissimo “giorno santo” è arrivato; dopo nove giorni di preparazione spirituale con il solenne “novenario” oggi finalmente, dopo un anno, tutti quanti rivedranno i Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino trionfanti e splendenti di luce, quella di Cristo, sull’altare maggiore; oggi avverrà l’incontro tra i devoti ed i loro santi protettori, ringraziandoli per le grazie ricevute o chiedendo qualche grazia che se ne ha di bisogno.
Dopo tutta la devozione espressa dai devoti “nudi” durante la notte, in arrivo a piedi dalle varie parti della provincia, adesso, alle ore 9,00 in punto, la commovente svelata che è, insieme all’uscita ed alla corsa alla matrice, il momento più bello ed importante di tutta la festa.
A questo grande momento di fede la comunità di Trecastagni non si mantiene impreparata, e durante tutta la prima mattinata, dalle prime luci dell’alba, precisamente dalle 5.00 del mattino, si susseguono una dopo l’altra SS. Messe per tutti i pellegrini che arrivano in Santuario.
Durante la notte la chiesa è piena, e man mano che si susseguono le SS. Messe si riempie ancora di più perchè tutta la gente che arriva si predispone ad occupare un piccolo posto in piedi in attesa della svelata.
La confusione accresce sempre di più fino al punto che la gente esce fuori la porta del Santuario ed il fiume di gente arriva fino alle case che si trovano di fronte al sacrato, dall’altro lato della piazza, perchè ai più ritardatari, non avendo la possibilità di entrare in chiesa, gli rimane solo l’opportunità di vedere la svelata dall’esterno, perchè i Santi Martiri si riescono a vedere fin fuori la chiesa, anche da lontano, ed essendoci nella facciata gli altoparlanti, si può seguire la messa ed il momento della svelata anche da dall’esterno, come se uno fosse li presente all’interno della chiesa, con soltanto la differenza di avere un pò di sole in testa o un pò di fresco se il tempo è molto ottimale.
La gente quindi, nel calore della calca e non potendo fare un passo o muoversi all’interno della chiesa perchè non c’è spazio per la grande folla, partecipa a diverse sante messe tutte uguali, per non perdere un bel posto nella navata centrale per assistere bene alla svelata.
Dopo l’ultima messa delle ore 8,00, si aprono le porticine che vanno sull’altare, e come una mandria impazzita, nel giro di pochi secondi, altri devoti che si trovavano nei locali adiacenti, assaltano l’altare per essere ai piedi della cameretta, ai primi posti.
Alle 9,00 in punto, dopo la breve recita dell’orazione ai Santi Martiri, si apre la maestosa porta della cameretta ed improvvisamente esplode un grande grido di gioia e di invocazione in tutta la chiesa, quasi un boato, perchè tutti, ma proprio tutti gridano “W. S. Alfio!!!”, e queste grida fanno tremare i muri del Santuario; queste grida si sentono persino da lontano, anche da chi è fuori in piazza.
Ed in un attimo le tre figure dei Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino si espongono ai fedeli, splendenti di luce, sorridenti, benedicendo tutti.
In verità non sono i devoti ad aspettarli, a non vedere l’ora di “riabbracciarli”, ma sono gli stessi Santi che non aspettavano altro che rivedere i propri devoti dopo un anno, a “riabbracciarli” con il loro sguardo; sì, il “riabbraccio”, perchè i devoti in quei tre simulacri di legno vedono impersonati i tre Santi Fratelli, vivi e veri, quindi non statua di legno, ma quelle statue hanno un grandissimo valore affettivo che supera ogni cosa; quelle non sono statue di legno ma sono i Santi Martiri vivi e veri.
Questo momento è l’espressione più sincera e genuina della “pietà popolare”, il momento più commovente, perchè il devoto, ma anche il semplice fedele, si trova faccia a faccia con i propri Santi Martiri; e quindi si ha un susseguirsi di grida di invocazione, di lacrime di commozione, di lodi e preghiere individuali, che sono l’espressione massima della fede; anche il curioso che non ha mai visto questa festa non può che commuoversi di fronte a tale espressione genuina di devozione.
Dopo la svelata molta gente defluisce all’esterno del Santuario perchè ha già ascoltato molte messe, e dà la disponibilità a tutta quella gente che non è riuscita ad entrare in chiesa per la svelata.
Si celebrano altre due sante messe solenni, ed intanto arrivano molti altri pellegrini per non perdersi un’altro momento molto importante della festa: l’uscita dei Santi Martiri delle ore 13,00 in punto dal Santuario; la gente entra in chiesa durante tutto questo tempo, prega i Santi Martiri che si trovano sull’altare maggiore , ascolta la S. Messa oppure depone un mazzo di fiori sull’altare o ai piedi del quadro, o dona una candela accesa al lucernario, che in questa occasione è stracolmo di candele accese. Altri visitano la sala-museo degli ex-voto che consiste in tavolette, in lamiera o di altro materiale, in cui vengono raffigurate le scene dei miracoli concessi dal Signore per intercessione dei Santi Martiri, oppure ci sono delle parti del corpo guarite riprodotte in cera.
Intanto all’esterno del Santuario si svolgono tutte quelle manifestazioni folkloristiche collaterali che sono rimaste come tradizione: per esempio la sfilata in piazza di numerosi carretti siciliani, antica tradizione di questa festa derivata dal fatto che anticamente, non esistendo le auto, tutti venivano con i carretti; addirittura anticamente veniva svolta la corsa dei cavalli abolita ai giorni d’oggi.
Quello che rimane è soltanto questa sfilata che è un’allegra giostra di colori per grandi e piccini: percorrendo le via del paese i carretti arrivano in piazza ed arrivando davanti la porta aperta del Santuario i cantori che suonano le tradizionali musiche e cantate siciliane recano il loro omaggio ai Santi Martiri suonando e cantando, ed a volte facendo inginocchiare il cavallo.
Dopo la sfilata, i custodi e tiratori del fercolo prelevano la vara dei Santi Martiri dal luogo in cui viene custodita tutto l’anno e la portano in processione fin dentro la chiesa.
Intanto l’altare viene spogliato da fiori, candelabri e tovaglie per far spazio ai devoti per preparare e montare i due binari che serviranno per far scendere i tre simulacri dalla cameretta fino alla vara posta ai piedi del presbiterio.
Dopo le fasi di montaggio, i Santi vengono prelevati e messi su un carrello che scorrerà tra i due binari, e durante la discesa, tutti i devoti gridano e sventolano i loro fazzoletti bianchi.
I custodi e tiratori del fercolo dei Santi Martiri vestono quest’oggi il tradizionale sacco votivo, che consiste in un camice bianco, con cordoncino legato alla vita, che rappresenta la veste del battesimo, un fiocco rosso al petto che rappresenta il sangue del martirio, berrettino nero in testa che rappresenta il nero della cenere dei nostri peccati, la coccarda con le figure dei Santi Martiri al petto, perchè i Santi sono impressi sempre nel loro cuore, ed infine guanti e fazzoletto bianco.
Tutti gridano e cercano di toccare i simulacri quando arrivano all’altezza della gente, vicino al fercolo.
Quando i Santi vengono messi sul fercolo esplode un ultimo grido di gioia liberatorio.
Alle ore 12,45 viene posizionato davanti alla porta centrale della chiesa un palchetto dove il padre predicatore del novenario preparerà spiritualmente la folla all’evento dell’uscita, facendo una breve omelia e soprattutto impartendo la benedizione solenne con le reliquie dei Santi Martiri.
Alle ore 13,00 in punto i Santi Martiri si affacciano dal portale del Santuario e si mostrano a tutta la piazza gremita di gente, e tra il suono delle campane, il lancio di carte multicolori dal campanile, e lo sparo dei fuochi artificiali nella zona campo sportivo, ad essere ammessi dai Santi Martiri sono per primo i piccoli, i bambini, che vengono presi in braccio dai custodi del fercolo disposti sopra la vara e vengono avvicinati ai simulacri in modo tale che i Santi Martiri facciano scendere la benedizione del Signore su di essi e su le loro famiglie.
Molti di loro indossano un abitino rosso, quindi vengono spogliati da questo abitino, che viene donato ai Santi per una grazia ricevuta, e vengono avvicinati ai Santi per il bacio, molti, i più grandicelli, vengono messi in piedi davanti ai Santi per fargli baciare le ginocchia perchè data la loro altezza minuta arrivano a baciare proprio le ginocchia.
Quest’offerta dura circa mezz’ora ed è il secondo momento molto importante, più bello, dopo la svelata.
Adesso i Santi Martiri iniziano il loro giro per le vie del paese per arrivare in chiesa madre, e lo fanno percorrendo il Corso Sicilia passando dalla tradizionale ed antica fiera di S. Alfio molto caratteristica.
Questa fiera è la stessa che si svolge a Melilli (SR) per la festa di S. Sebastiano e ad Aidone (EN) per la festa di S. Filippo che si svolgono nei giorni precedenti; queste tre fiere hanno la caratteristica di avere le stesse bancarelle, cioè gli stessi venditori vanno nei tre paesi.
Questa fiera ha una caratteristica che la accomuna alle altre due, che consiste nella presenza delle bancarelle della vendita dei tradizionali e pittoreschi tamburelli siciliani, di varia forma e colore, spesso con figure riprodotte o immagini di santi, e le bancarelle della vendita di oggetti sacri; essi sono gli stessi articoli e prodotti venduti nelle altre feste, riproducendo le immagini dei santi in questione festeggiati, ed in questo caso le immagini dei Santi Martiri.
Una cosa però ha di diverso questa fiera dalle altre due: le tantissime bancarelle della vendita dell’aglio, che è l’articolo tradizionale per eccellenza che caratterizza questa festa (l’aglio di S. Alfio).
Infine i Santi Martiri, passando dal largo dei Bianchi e da piazza Marconi, intorno alle ore 15,00 arrivano in chiesa madre percorrendo di corsa la ripida salita alla matrice: all’inizio di questa ripida salita il fercolo si ferma, vengono aggiunti anche altri due cordoni più corti ai lati, e con la presenza di molta gente che si aggrega ai devoti, ci si presta a riempire i cordoni e fare la corsa.
Il fercolo, al suono della campana del “mastro di vara”, parte, e nel giro di pochi secondi percorre la ripida salita, tra gli sforzi e le grida dei tiratori, il suono delle campane e gli applausi dei fedeli spettatori che attendono l’arrivo dei Santi Martiri davanti il sacrato della chiesa madre.
All’arrivo vengono sparati dei colpi a cannone, viene tolto il baldacchino di stoffa e la base della vara, essendo mobile, viene girata di lato per far entrare i Santi Martiri con la vara attraverso la piccola porta laterale della chiesa perchè dalla porta centrale non possono entrare per via dei gradini.
Dentro la chiesa la vara viene posizionata di fronte alla porta, precisamente nella navata laterale destra, e vengono montate le luci sulla vara per la processione serale.
I Santi Martiri rimarranno tutto il pomeriggio in chiesa madre alla venerazione privata e silenziosa dei fedeli.
Dopo la S. Messa serale del padre predicatore i Santi Martiri riescono dalla chiesa madre intorno alle ore 19.00 per la processione serale, preceduti dalle candelore, tra lo sparo della “moschetteria” ed alcuni colpi a cannone e lo scampanio della campane; questo appuntamento è molto partecipato e tutti i fedeli accompagnano i Santi Martiri fino in piazza Marconi.
Dopo la piazza i Santi Martiri continuano a percorrere le vie del paese passando dal quartiere “Tondo”, poi ritornando in piazza, scendendo fino alla chiesa di S. Antonio Abate e poi risalendo fino al largo dei Bianchi dove vi è l’attesissima corsa e la calata dell’angelo: poche decine di metri prima del largo la vara parte di corsa fino al centro, fermandosi accanto il palchetto con la banda musicale che intona l’inno, vengono lanciate delle carte multicolori e mentre l’angelo con i fiori e i soldi scende dal baldacchino rosso appeso ad un filo al centro della strada, fino all’altezza dei simulacri, vengono sparate alcune bombe in cielo.
I custodi del fercolo prendono i fiori ed i soldi appesi all’angelo e la processione riparte per il tratto finale che riporterà i Santi Martiri in Santuario.
I Santi si ritirano intorno le ore 2,00 di notte: dopo lo sparo di alcune bombe i componenti dell’Associazione Cerei dei Santi Martiri offrono un omaggio floreale ai Santi dando spettacolo facendo fare alle due candelore le loro caratteristiche “annacate” che consistono nel fare, da parte dei portatori, dondolare su se stesse.
Subito dopo i Santi entrano in Santuario ed infine vengono risistemati nella loro cameretta; dopo aver smontato i binari, tra le grida di gioia ed invocazione, lo sventolio dei fazzoletti bianchi da parte dei devoti, i Santi Martiri vengono rinchiusi nella cameretta: questo è un momento molto struggente e commovente perchè la porta della cameretta pian piano si richiude ed esprime il distacco tra i devoti ed i Santi.
Fortunatamente i Santi Martiri verranno ogni giorno riaperti e richiusi fino alla prima domenica di giugno, perchè quando la chiesa si deve chiudere i Santi Martiri devono essere velati, invece quando si riapre i Santi vengono riaperti; quindi i devoti fortunatamente hanno la speranza di rivederli altre volte durante il mese.
Il distacco più profondo si avrà la prima domenica di giugno con l’ultima chiusura, per poi rivederli la prima domenica di settembre per il ricordo del passaggio dei Santi Martiri da Trecastagni, e poi per la prossima festa di maggio dell’anno seguente.
Quindi da oggi per tutto il mese Trecastagni è in festa perchè fino a quando i Santi Martiri saranno esposti sull’altare migliaia di pellegrini verranno in pellegrinaggio in Santuario, soprattutto nei fine settimana.
Testo a cura di Vincenzo Zappalà
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Foto a cura di Vincenzo Zappalà
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Foto a cura di Vincenzo Zappalà