S. Antonio di Padova – Motta Sant’Anastasia (CT)
“O dei miracoli inclito Santo, dell’alma Padova tutela e vanto, benigno guardami prono ai tuoi piè. O Sant’Antonio prega per me”. Queste le parole dell’ inno tradizionale che il 13 giugno di ogni anno risuona nelle migliaia di basiliche, chiese, cappelle ed edicole sparse per tutto il mondo e dedicate ad Antonio, il Santo di Padova, il Santo dei miracoli.
A Motta S. Anastasia il culto per il Santo Taumaturgo ha origini antichissime e fu diffuso dalla comunità francescana che fino agli anni cinquanta risiedeva nel convento situato nel quartiere “Urnazza”, proprio alle spalle della chiesa di S. Antonio. La chiesa, elevata a parrocchia nel 1944, negli anni sessanta fu demolita e ricostruita in stile moderno. La ricostruzione ha completamente stravolto l’aspetto del tempio: sono scomparse le colonne tortili delle piccole navate, sono state abbandonate alcune delle artistiche tele che ornavano gli altari, è stato abbattuto il campanile. Nella chiesa si conserva un bellissimo crocifisso in gesso che troneggia sull’altare. Si può ipotizzare che questo meraviglioso crocifisso sia giunto a Motta dopo l’eruzione del 1669, da uno dei paesi dell’hinterland devastato dalla lava. Nel corso del XX sec. il monaco mottese Antonio Balsamo realizzò due tele poste ai lati del Cristo raffiguranti la Vergine Addolorata, la Maddalena e l’apostolo Giovanni. La parrocchia, retta da oltre quarant’anni con encomiabile zelo da don Carmelo Testa, è il centro della devozione antoniana: vi sono custodite due reliquie (una risalente al 1742 e una al 1994), una tela proveniente dalla vecchia chiesa raffigurante Sant’ Antonio in preghiera davanti al Bambin Gesù e un artistico simulacro in legno che rimane tutto l’anno esposto alla venerazione dei fedeli.
La mattina del 13 giugno alle ore 6,00 viene celebrata la messa dell’Aurora; poi, intorno alle 11,00, una seconda messa con la partecipazione dei bambini che indossano il caratteristico saio votivo, durante la quale viene benedetto il pane. Nel pomeriggio il simulacro di S. Antonio esce dalla chiesa e, prima di essere posto sul fercolo, viene portato a spalla per le vie dell’ “Urnazza”, l’antico quartiere sorto intorno alla chiesa del Santo, da cui è possibile ammirare il brullo paesaggio che caratterizza il gruppo collinare dei Sieli. Ha poi inizio la processione che si dirige verso la chiesa madre, centro della fede cittadina, e poi prosegue per le vie principali del paese. Al rientro, S.Antonio viene salutato dai tradizionali fuochi pirotecnici.
Testo a cura del nostro collaboratore Alessandro Puglisi
Galeria Fotografica
Foto a cura del nostro collaboratore Alessandro Puglisi