S. Maria della Stella – Militello Val di Catania (CT)
A meno di un mese di distanza Militello ritorna in festa, in grande festa; in festa per la Madre di Dio: prima il Salvatore del Mondo, il Figlio, ma subito dopo non può che venire la Madre, e non nessun altro.
Fino a poco di due settimane prima tutto il paese aveva festeggiato la festa patronale del SS. Salvatore, ed adesso tutto il paese festeggia solennemente la Santa Patrona, la “Madre di Dio”, la “Vergine delle Vergini”, la “Stella del Mattino”; in tre parole la Madonna della Stella.
Le due feste sono molto correlate tra di loro ed hanno caratteristiche molto similari: a partire dall’offerta dei bambini denudati, dal simulacro portato a spalla, dai grandi fuochi, ma soprattutto dalla grande devozione, particolare che le rende uniche nel suo genere.
La festa della Madonna della Stella è la più antica del paese ed ha il suo fulcro nel grande Santuario della Madonna posto nella parte bassa del paese.
Questa festa è una festa barocca, come quella del Santo Patrono, da tutti i punti di vista, a partire dallo stesso scenario che le fa da cornice, come il Santuario e la piazza antistante tutta in stile barocco, dal simulacro e la vara con baldacchino ligneo; inoltre sono barocchi anche le tradizioni folcloristiche, a partire dalla colorita e trionfale uscita, un’esplosione di colori ed un tripudio di fuoco nel cielo, oltre ai rombanti boati dei fuochi d’artificio che fanno tremare anche il terreno; la colorita denudazione dei bambini offerti alla protezione della Vergine, caratteristica che richiama l’impegno della purezza e della semplicità del nostro essere quando ritorneremo alla “Casa del Padre”, puri e semplici come bambini; le particolari grida di evviva, tutte personalizzate, che sono prettamente riserbate soltanto al paese di Militello, o gli abiti tradizionali indossati dai devoti.
Tutte queste cose ne fanno della festa della Madonna un raro esempio di sana e pura pietà popolare ancora viva e radicata in tutti i fedeli, soprattutto nei giovani; tutte queste qualità la rendono una festa barocca, cioè ricca di tradizione, di folcklore, di qualità, di caratteri originali, a volte manifestati in modo eccessivo per alcuni, ma con un sano e sincero proposito di amore ed entusiasmo.
Oggi e sempre Maria unita a Cristo Salvatore, Militello centro spirituale del culto dell’ amore tra la Madre ed il Figlio trasmesso anche a tutta la gente del mondo, perchè Militello festeggia in ugual modo sia Maria che Cristo, che sono rispettivamente la Patrona ed il Patrono del paese, e da li l’esempio di amarli ed onorarli al primo posto, di metterli sempre al primo posto nella vita; una festa di una tale pomposità proprio per la “Fonte della Vita”, che è Cristo, e per “Nostra Madre”, che è la Madonna; non un Santo, ma la “Stella del Mattino” e il “Padre del Mondo”.
Oggi però è il giorno dedicato alla Madonna, festa liturgica della sua natività; Militello la onora con il titolo di Stella, stella del mattino, stella delle genti, la stella che ci indica la retta via, la stella dei nostri cuori, la nostra sorella, la nostra protettrice, la mostra mamma.
Viene preparata una grande festa che coinvolge tutto il paese, sia da un punto di vista spirituale con le numerose celebrazioni liturgiche in chiesa in preparazione all’evento, sia da un punto di vista folckloristico, con i vari preparativi con gli addobbi delle strade ed i fuochi d’artificio.
La sera della vigilia si ha il culmine spirituale: il simulacro della Madonna della Stella viene svelato dalla sua cameretta tra gli evviva commossi dei fedeli e viene traslato sull’altare maggiore.
L’indomani, 8 settembre, di mattina si svolgono le tradizionali S. Messe solenni, mentre nel pomeriggio, alle ore 17,00 in punto, come per la festa del SS. Salvatore, la Madonna posta sulla vara, viene portata trionfalmente a spalla dai devoti fuori dal Santuario, accolta da un tripudio di fuochi e carte multicolori, tra campane che suonano a festa ed un popolo osannante e commosso.
Lo spettacolo dell’uscita dura quasi mezz’ora perchè vengono eseguiti più spettacoli pirotecnici da varie zone del paese; proprio a tutti gli effetti è tutto il paese che esplode di gioia, espresso in questo caso dai fuochi rumorosi e coreografici; solitamente si svolgono tre spettacoli pirotecnici in successione all’altro. Un tripudio di boati e fuoco, per esprimere tutto il carattere siciliano e l’emozione dei devoti, carattere dominante delle feste barocche.
Subito dopo la Madonna viene portata in piazza per la tradizionale offerta dei bambini denudati, in cui consiste nell’offerta dei propri figli alla protezione materna della Vergine da parte dei genitori, in cui vengono spogliati ed innalzati davanti il simulacro, ed in cambio ai bambini viene donato un fazzoletto ricordo della Madonna.
Dopo l’offerta dei bambini inizia la prima parte della processione con la Madonna portata a spalla per le vie del centro storico, passando dapprima dalla chiesa madre dove si venera il SS. Salvatore, a ricambiare l’omaggio che il SS.mo fece nel giorno della sua festa passando dalla piazza davanti il Santuario della Madonna della Stella; quindi adesso avviene il contrario, con la Madonna che passa nella piazza ai piedi del sacrato della chiesa madre. Successivamente la processione si reca davanti la chiesa di S. Benedetto, di cui si festeggia un’altra festa molto importante ma in tono minore, ed infine arriva davanti il palazzo comunale dove il simulacro con la vara viene posizionato su un carro a quattro ruote, concludendo la prima parte di processione; da qui inizia la seconda parte della processione per le vie rimanenti del paese per poi concludersi in tarda serata con i fuochi pirotecnici di chiusura sparati nel piazzale della chiesa del Calvario, posta nella parte alta del paese.
La Madonna resterà esposta alla venerazione dei fedeli sull’altare maggiore per tutta l’intera settimana successiva alla festa per la celebrazione del solenne ottavario, e nel giorno dell’ottava ci sarà una seconda breve processione che sarà conclusa con la chiusura del simulacro nell’artistica cameretta fino alla festa dell’anno seguente.
Testo a cura di Vincenzo Zappalà
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Foto a cura di Vincenzo Zappalà
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Foto a cura di Vincenzo Zappalà