S. Antonio Abate – Festa Grande Estiva – Vigilia – Misterbianco (CT)

Data della Festa:
Vigilia della 1° Domenica di Agosto (Festa a cadenza triennale)

La “Festa Grande” di S. Antonio Abate tanto attesa è finalmente arrivata; tanto si è dovuto sperare per ottenere questa festa d’agosto, ma alla fine il popolo di S. Antonio, tutto il popolo misterbianchese ha ottenuta la sua festa.
Inizialmente si era deciso di non farla quest’anno per vari motivi, anche se di norma il triennio di distanza dall’ultima festa trascorsa scadeva proprio quest’anno, e si era deciso di rimandarla nei prossimi anni, a data da destinarsi.
Dal 17 gennaio in poi, data della festa liturgica e dell’annuncio dello svolgimento della festa grande estiva, la gente si è impegnata moltissimo, come sempre nell’organizzazione della festa, festa tanto desiderata e finalmente ottenuta.
Già dai primi giorni di luglio si respirava in paese l’atmosfera di festa, con il montaggio delle prime luminarie, degli addobbi sfarzosi delle strade, con bandiere, nastri, fiocchi: ogni quartiere mette in mostra le insegue del proprio rione, del proprio partito.
Iniziano le prove delle “cantate” in ogni singolo quartiere, con la banda musicale e le prove in strada; ad ogni prova si fa festa a Misterbianco, con fuochi d’artificio e momenti ricreativi.
La reliquia del Santo gira per i quartieri con molta partecipazione di popolo; tutto il paese coinvolto quindi, tutti uniti per organizzare al meglio la festa grande e portare alto il nome del proprio quartiere alla vista degli altri.
I Partiti del paese corrispondono al nome del quartiere in questione. Essi sono: Partito Panzera, Partito S. Orsola, Partito S. Angela Merici, e Partito Maestri; ogni quartiere ha la propria “cantata” o inno al Santo Patrono, ha il proprio stemma simbolico, raffigurato sopratutto nei drappi appesi nei balconi delle case, i propri devoti che portano a spalla il fercolo, e il proprio colore rappresentativo.
Quindi camminando per le vie di Misterbianco nei giorni della festa, si potrà notare che in un quartiere ci sono appesi degli addobbi con drappi, bandiere e nastri di colore rosso che rappresentano il Partito S. Angela Merici, poi si passa al colore verde del Partito dei Panzera. poi al bianco, anticamente granato, del Partito S. Orsola, e al blu del Partito Maestri.
Il giorno della festa si noterà che quando S. Antonio passerà, per esempio,  per le vie del quartiere Panzera, i devoti per per un tratto porteranno a spalla il fercolo indosseranno una maglietta di colore verde con le insegne del loro Partito, eseguiranno la loro “cantata”, ed altrettanto si ripeterà al passaggio del Santo Patrono nei restanti quartieri; verrà quindi esaltato il carattere devozionale di ogni singolo quartiere nei confronti del Santo, e simpaticamente si potrà analizzare qual è il quartiere più coinvolto ed entusiasta al passaggio del Santo Patrono durante i due giorni di processione.
Dopo le varie prove per le “cantate”, il giovedì precedente alla festa si svolge nella piazza antistante la chiesa madre il Gran Galà delle Cantate, in cui vengono eseguite su un palco tutte le quattro cantate dei vari partiti. Al termine dello spettacolo in piazza, fuori paese ogni partito offre un suggestivo spettacolo pirotecnico che verranno eseguiti in tarda serata.
Dopo tutti i complessi preparativi, i giorni “caldi” della festa sono arrivati: la mattina della vigilia inizia il giro della quattro candelore di S. Antonio per le vie del paese.
Il primo giorno effettivo della festa inizia nel pomeriggio della vigilia della prima domenica di agosto, con la solenne processione del braccio reliquiario del Santo Patrono, con partenza dalla chiesa di S. Nicolò e conclusione in chiesa madre per la celebrazione dei Primi Vespri Solenni.
La sera invece, si svolge un aspetto molto rinomato della festa stessa: la “Festa del Fuoco”, definita così per la gran quantità di fuochi d’artificio sparati.
Questi fuochi d’artificio vengono sparati in occasione dell’esibizione delle candelore di S. Antonio nella piazza dei Quattro Canti.
Le candelore di S. Antonio, chiamate dai misterbianchesi “Varette”, sono delle strutture in legno che rappresentano dei cerei votivi, riccamente addobbati con angeli, statue di santi, fiori e bandiere; esse si possono perfettamente paragonare alle candelore di S. Agata di Catania, come del resto di anche altri paesi vicini, perchè assumono lo stesso significato rappresentativo.
Le “varette” sono le seguenti: cereo Maestri, cereo Pastori, cereo Carrettieri-Camionisti, e cereo Vigneri.
Essi entrano, dopo un primo percorso diurno per le vie del paese, una alla volta nella piazza dei Quattro Canti, e tra i fuochi sparati al vicino Poggio Croce, e per circa mezz’ora di tempo eseguono le loro particolari “ballate” in cui oscillano a destra e a manca, avanti e indietro, corrono all’impazzata al ritmo di musica. Le “varette” vengono portata a spalla da dei portatori: sono loro a far si che la candelora dia spettacolo ai numerosi presenti.
Durante le “ballate” delle candelore vengono sparati i fuochi d’artificio, per quasi tutta la durata dell’esibizione; quindi quella sera si hanno quasi due ore di fuoco; oltre a faticare tanto i portatori delle “varette”, faticano tanto anche i componenti della banda che per circa due ore suonano ininterrottamente. Ma tutto questo si fa con piacere perchè è festa, grande festa.
Tutta la gente presente viene coinvolta, tra quella musica, quei fuochi spettacolari, e le artistiche candelore che girano all’impazzata attorno alla piazza, senza un senso logico, dove hanno voglia di portarle i forzuti portatori.
Adesso la gente si sfoga, esplode in festa, grande festa, la festa del popolo; l’aspetto religioso viene rimandato al giorno successivo, quando la gente riabbraccerà il Santo Patrono; adesso solo spazio all’allegria, al bere, al mangiare, allo scherzare.
Al termine della lunga cerimonia, le “varette” ritornano nella vicina chiesa madre in attesa, di li a poche ore, della svelata di S. Antonio dalla sua cameretta e dell’inizio dei due giorni di processione per le addobbate vie di Misterbianco, per inebriarsi di fede e folclore popolare.

Testo a cura di Vincenzo Zappalà

Galleria Fotografica (Anno 2010)
Foto a cura di Vincenzo Zappalà

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