S. Giorgio Martire – Ragusa Ibla (Ragusa)
Data della Festa:
1° Domenica di Giugno
S. Giorgio rappresenta per Ragusa una delle due feste principali, perché due sono i patroni della città, assieme a S. Giovanni Battista.
Una situazione, quella del ‘doppio protettore’, che deriva da motivazioni storiche secolari, dipendenti soprattutto da un evento: il terremoto del 1693.
Prima del cataclisma, infatti, la città era situata solamente nell’attuale Ragusa Ibla. Li il patrono era solo ed esclusivamente San Giorgio, la cui chiesa era situata accanto agli attuali Giardini Iblei, dove è possibile ancora vedere il portale dell’antica basilica.
Ma già in questa prima situazione, San Giorgio non era per tutti il Patrono. Vi era infatti un forte campanilismo, che contrapponeva il protettore “Ufficiale” a San Giovanni, la cui chiesa era situata dove ora si trova quella di Sant’Agnese. Campanilismo che ricorda eventi addirittura tragici.
Ma con il terremoto, i “sangiovannari” decisero di realizzare la nuova città in una zona superiore, una città da costruire attorno ad una nuova basilica dedicata al loro Patrono, che divenne praticamente il Patrono della nuova Ragusa. Una ricostruzione, quindi, che ha visto la rinascita della città in due entità diverse: due chiese madri, espressioni comunque del barocco che ci ha fatto diventare patrimonio Unesco, due centri storici, due Patroni appunto.
Ormai, dopo tanto tempo, siamo in una situazione di ‘parità’, con la differenza che San Giovanni è festeggiato a Ragusa Superiore e San Giorgio a Ibla. Ma spesso i due santi si scambiano delle visite: nel 2000, per esempio, in occasione del Giubileo, in entrambe le feste i patroni sono andati a passare il venerdì sera nella chiesa madre dell’altro.
Ma detto questo, quella di San Giorgio è una festa che si caratterizza più per l’aspetto folkloristico e gioioso. Mentre San Giovanni è la festa più religiosa, più interiore, la festa delle diedimila persone con le candele accese davanti al simulacro, San Giorgio è la festa della ballata, dei fuochi pirotecnici, delle manifestazioni musicali. E nei tempi che furono era anche la festa del cosiddetto “Martiriu”, un qualcosa di spettacolare. La festa antica, oltre alle tre processioni che tutti ben conosciamo, aveva due caratteristiche singolari: il volo della mongolfiera e la processione figurata.
Una mongolfiera con la caratteristica croce curvata del Santo si innalzava dal colle dove ora c’è il distretto militare, e la processione che tutti noi conosciamo era preceduta dalla ‘figurata’, ovvero vari personaggi in costume, davvero tantissimi, che rappresentavano simboli religiosi e cittadini, per poi lasciare lo spazio ai carri che rappresentavano le scene del martirio di San Giorgio, insomma per intenderci avevamo davanti una ‘processione dei misteri viventi’ con i vari carri dove i vari attori impersonavano il Santo, i Romani e tutti i personaggi che girarono intorno alle vicende del Santo Martire.
Questo tipo di processione è stata rievocato recentemente in due occasioni, nel 1991 e nel 2003. Nel ’91 in particolare la cosa fu fatta in maniera assolutamente identica e conforme all’antica tradizione (dalla mongolfiera, ai carri davvero enormi, fino al carro trionfale finale che era molto alto, oltre ad una rappresentazione teatrale in piazza sulla vita di Giorgio) mentre nel 2003 fu rievocata solo la sfilata dei carri e dei personaggi in costume, in maniera molto più semplice.
Nonostante però l’assenza di questi elementi, che se reiterati nel tempo sarebbero di certo un’attrattiva per moltissima gente, la festa di San Giorgio riveste ancora una funzione essenziale per Ibla e per l’intera Ragusa: senza il Santo danzare in giro per la città ci sentiremmo davvero vuoti.
E sono tanti gli elementi che fanno ancora di questa festa qualcosa di speciale: le processioni, i fuochi d’artificio, le manifestazioni ricreative, insomma tanti elementi che richiamano a Ibla migliaia di cittadini e di persone da tutta la Sicilia.
Una festa che nella fase odierna è strutturata in una settimana completa, da una domenica all’altra. Logicamente, dal primo giorno al giovedì si portano avanti principalmente le funzioni liturgiche dedicate alla festa, e il culmine lo si ha appunto nei tre giorni finali, con le tre processioni.
Il venerdì San Giorgio e l’Arca Santa escono dal Duomo per raggiungere la Chiesa del Purgatorio, situata nella zona della P.zza della Repubblica, più conosciuta come la zona “Archi” che sta proprio all’ingresso di Ibla. Qui, il simulacro e l’arca entrano, si fa un breve momento di preghiera ma dall’edificio uscirà solo San Giorgio: l’arca resterà in chiesa mentre il simulacro starà tutta la notte in un’altra chiesa, quella di San Tommaso.
Il sabato si fa esattamente il contrario: uscito da San Tommaso, il simulacro rientra al Purgatorio per prelevare e ‘accompagnare’ l’Arca fuori, al fine di proseguire insieme la processione per rientrare al Duomo.
E poi la domenica, un’intera giornata che Ragusa vive intorno al suo Patrono. Si inizia la mattina, con le prime Sante Messe, i giri della banda per le vie di Ibla, i fuochi di mezzogiorno e comunque molto movimento e tanto entusiasmo.
Dopo un pranzo particolare per l’occasione, il pomeriggio cresce l’attesa per l’uscita, preceduta dalle esibizioni di due bande, a volte anche di alcuni gruppi sbandieratori, e un qualcosa di veramente particolare. Solo in questo pomeriggio, che precede l’uscita solenne del Santo, è possibile vedere il vero portone principale della Chiesa.
Infatti si tratta di un’opera eccezionale: è tutto fatto in legno con tantissimi bassorilievi scolpiti dedicati proprio al Santo Patrono. Qualcosa di eccezionale ma anche di molto, molto delicato, che va protetto. Per questo durante l’anno è ricoperto da un ulteriore rivestimento in legno, quello di colore verde scuro.
Dopodichè la messa solenne celebrata dal Vescovo, che precede la processione principale, solenne, accompagnata dalle confraternite con i vari stendardi e
i gonfaloni di Comune e Provincia. Una processione accolta da migliaia di persone che riempiono la piazza, dal lancio di palloncini e carte colorate, da tantissimi botti.
L’uscita durante la quale il santo viene ‘sceso’ in piazza e fatto ancora una volta ballare, ma molto, molto più del solito, continuamente, fino a quando dalla piazza non si raggiunge il Largo Camerina, il punto in cui lo aspetta il carro. Ma prima di posizionarlo in esso, è spettacolo!! Dopodichè parte la processione che nuovamente porterà il santo e l’Arca in giro, con un’altra sosta comune nella chiesa del Purgatorio, dove vengono celebrati solennemente i Vespri. Poi si riparte, per tornare in piazza. E sarà ancora spettacolo.
Infatti, eliminato il carro vicino ai Giardini Iblei, i portatori si caricano nuovamente sulle spalle il Patrono, e stavolta prima di lasciarlo al centro della piazza per i botti finali, lo faranno ballare continuamente, anche issandolo in alto a braccia tese, urlando continuamente quel “tutti Truonu” che sta a significare che è lui il Patrono.
Fatto questo è il momento di assistere ai botti, da qualche anno piro-musicali, che valorizzano ancora di più quella splendida facciata che è il nostro duomo Patrimonio dell’Unesco.
E dopodichè è il momento di risalire San Giorgio e l’Arca dentro la Basilica, ricaricandoli ancora una volta sulle spalle e facendosi aiutare da una lunga catena umana che aiuta la ripidissima salita. Per un ultimo abbraccio della nostra città al Patrono.
Testo a cura del nostro collaboratore Simone Digrandi
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Foto a cura di Vincenzo Zappalà
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Foto a cura del nostro collaboratore Salvo Parisi