Gesù Nazzareno – Prima Processione del Carro Trionfale – San Giovanni Gemini (AG)
Data della Festa:
2° Domenica di Giugno (Festeggiamenti del Sabato)
Il momento più atteso e partecipato del secondo giorno dei festeggiamenti in onore di Gesù Nazareno è la prima processione del Carro Trionfale di Gesù Nazareno.
La costruzione del Carro venne introdotta intorno agli anni ottanta dell’ottocento. Poco si conosce rispetto alle vere motivazioni che hanno portato alla realizzazione di questa struttura, ma è certo, però, che durante la dominazione spagnola, in Sicilia ebbe larga diffusione l’usanza di costruire un Carro Trionfale: di solito si trattava di una struttura solida in legno a forma piramidale, impreziosita da sculture e ricoperta da stoffe dipinte con motivazioni religiose, trainata da buoi, dagli sforzi e dall’entusiasmo popolare in occasione della festa più importante o del Santo Patrono.
Tutto questo spiega come e perché viene costruito a San Giovanni Gemini il Carro Trionfale che mantiene ancora oggi tutta la sua maestosità e imponenza, e che è simbolo della fede a Gesù Nazareno.
Il carro trionfale di San Giovanni Gemini è uno dei pochi a conservare ancora la struttura di legno ed è l’unico a raggiungere una altezza di circa 21 m.; esso è a forma piramidale ed è costituito da settori a base rettangolare sovrapposti, di grandezza ed altezza diversa. Il settore più importante è quello posto alla base, a cui viene data la forma di barca. Su questo vengono collocate, a poppa e a prua, le gradinate destinate ad ospitare le due bande musicali che si alterneranno, nell’esecuzione di brani sinfonici e inni sacri, durante tutta la “cunnuciuta” del Carro lungo corso F.sco Crispi.
L’intera struttura del carro poggia su una base, dal telaio molto resistente, alla quale sono legati gli assi non mobili e le ruote, ognuna delle quali ha il diametro di m. 1,30 e la larghezza di cm. 10. Una delle operazioni più importanti nell’allestimento del carro è “la mmurduta” degli assi e del timone; essa consiste nel legare, con 8-10 corde di “cannamu” del diametro di 2 cm., alle due travi laterali e a quelle centrali della base del carro rispettivamente gli assi e il timone: quest’ultimo, lungo m. 7,50, è costituito da una grossa trave fissa e sporgente sul davanti, ed è manovrato sapientemente da robuste braccia con spinte ai lati.
Il carro, addobbato in tutte le sue parti, per tradizione è trainato dai buoi, tenuti appaiati da “u iugu”, e anch’essi adornati con paramenti tradizionali: raso di seta celeste o velluto nero o rosso finemente ricamati con filo dorato.
“A cunnuciuta du carru” riguarda la sfilata del Carro lungo c.so F.sco Crispi e avviene, in solenne processione, la sera del sabato e della domenica. È questo un avvenimento tanto caratteristico e singolare che trova in diversi passi biblici un chiaro riferimento per il modo in cui si compie. Basti leggere il capitolo 6 del secondo libro di Samuele, oppure il primo libro delle cronache 15-16, o meglio vedere il bassorilievo conservato nel duomo di Udine raffigurante il trasporto dell’Arca di F. Picchi e M. Calderoni (sec. XVIII), per rivivere, nella processione del Carro Trionfale di Gesù Nazareno, lo stesso cerimoniale e la stessa maniera di fare festa nel celebrare, oggi, la Nuova Alleanza di Dio con gli uomini attraverso il sacrificio di Cristo.
Il Carro, una volta trainato da diverse coppie di buoi e dalla popolazione, oggi si muove soltanto per opera di quest’ultima. Una moltitudine di persone, uomini e donne, giovani e anziani, per devozione o per voto, si distribuisce per tutti gli ottanta metri della corda mastra, quasi a formare un gigantesco millepiedi che nella sera del sabato fa scendere lentamente il Carro fino a raggiungere la parte bassa di C.so Crispi e la domenica, con maggiore sforzo, lo riporta nella parte alta dello stesso asse viario.
Il sabato, prima della partenza, l’Arciprete pronuncia una breve omelia e benedice il Carro mentre le bande musicali eseguono l’inno Pontificio e l’inno di Gesù Nazareno. Tra lo sparo assordante di colpi a cannone e lo sventolio di migliaia di bandierine colorate, il Carro comincia a muoversi procedendo a piccole tappe. La sua altezza imponente, la mole massiccia e nel contempo slanciata, l’ondeggiare maestoso, stimolano tali sentimenti di meraviglia da farlo considerare dalla popolazione il “frutto di un miracolo”.
Testo a cura del nostro collaboratore Nicola Caracciolo
Galleria Fotografica
Foto a cura di Vincenzo Zappalà
Gallerie Fotografiche Anni Precedenti
Foto a cura dei nostri collaboratori Nicola Caraciolo e Valeria Di Grigoli