S. Sebastiano Martire – Acireale (CT)
Acireale è in tripudio per il suo Santo Compatrono S. Sebastiano Martire, chiamato dal popolo “San Mastiano”.
Tutta la città è coinvolta, dal centro storico alle periferie; è la più grande, pomposa, importante, spettacolare e sentita festa degli acesi, la festa dove tutta una città intera si riversa per le strade, dove tutto un popolo di devoti segue l’intera processione, dove quindi Acireale in questa occasione diventa la capitale della provincia di Catania della devozione al “Santo Martire delle frecce”.
Adesso, da molti anni ormai, la festa non si limita a richiamare gente soltanto dalla città e dei dintorni, ma accorrono ad Acireale gente da tutta la Sicilia ed oltre.
Quello che colpisce è soprattutto la grande partecipazione dei devoti, per lo più giovani, che non abbandonano nemmeno per un istante il proprio Santo durante la lunga processione per le vie della città che si protrae per l’intera giornata.
S. Sebastiano è il vanto di Acireale, la speranza, l’amore, in unione a S. Venera Patrona, ed alla madre celeste Maria.
Questa festa è tra le più belle feste folcloristiche in onore di questo Santo e tra le più belle di tutta la Sicilia; essa è famosa per le sue numerose corse durante la processione del simulacro sul fercolo, come anche del resto si ripete per le altre due grandi feste acesi in onore della Patrona S. Venera e di S. Michele, in cui si effettuano delle corse sopratutto per l’entrata e per l’uscita del fercolo dalle relative chiese; ma quella in onore di S. Sebastiano le fa da maestra, essendo la più grande e la più pomposa.
S. Sebastiano è nel cuore di tutti gli acesi per tradizione: fin da piccoli essi vengono cresciuti con questa devozione che viene tramandata da padre in figlio, e viene incrementata con l’età e con le esperienze spirituali ed umane.
S. Sebastiano è uno di loro, un fratello, un amico, e guai a chi osa dire qualcosa in contrario, guai a chi osa metterlo in discussione; “San Mastiano non si tocca!!!”.. Lui è il grande protettore, il grande Santo Martire che è nel cuore e nella mente dei devoti, sempre, ovunque, in qualsiasi circostanza, soprattutto nei momenti difficili; e la gente aspetta trepidante di gioia di poterlo rivedere nel giorno della sua festa.
Tutti vogliono la sua benedizione, tutti vogliono che “San Mastiano” passi dalle proprie case, infatti S. Sebastiano è l’unico Santo che passa da tutti i quartieri della città e percorre quasi tutte le strade, a differenza delle altre feste in cui invece si percorre soltanto il centro storico o il quartiere in questione, anche se negli ultimi anni anche quelle feste stanno incrementando i loro percorsi processionali, ma mai come S. Sebastiano, infatti, per girare per tutta la città, esce alle ore 11,00 del mattino per ritirarsi in Basilica alle ore 24,00 della sera.
S. Sebastiano quindi tiene unita tutta la città, tutti unanimi per la Gloria e l’Onore del Santo Martire Compatrono.
Tutto l’interland acese il 20 gennaio si riversa ad Acireale, le scuole vengono chiuse, molti non lavorano: ad Acireale c’è grande festa, e questa festa davvero coinvolge tutti, proprio tutti in qualche modo, fino a coinvolgere anche i mezzi televisivi locali e satellitari con dirette televisive dei momenti salienti.
La festa inizia la sera della vigilia con la solenne processione della reliquia per le vie del centro storico acese.
Il 20 gennaio, giorno della festa e solennità liturgica di S. Sebastiano, la grande giornata incomincia alle prime ore dell’alba con l’apertura della Basilica che nel giro di pochi minuti si riempie di fedeli in attesa della solenne svelata di S. Sebastiano dalla sua cameretta.
Entrano i numerosi devoti al suono dell’organo e del loro grido tradizionale, invocando il Santo Martire che li protegga e li benedica.
Alle ore 7,30 due canonici della Basilica salgono sull’altare della cappella per aprire la grande porta della cameretta e tutti i devoti gridano incessantemente:
“E taliatulu ch’è beddu, rizziareddu rizziareddu, devoti cu’ tuttu u cori, viva San Mastiano!!!”
Questo è il momento più bello ed emozionante per tutti i devoti perchè dopo un intero anno si rivede lo splendido volto del proprio Santo Protettore, del proprio S. Sebastiano; il momento è molto commovente, e molta gente grida e piange di commozione, applaude e prega.
S. Sebastiano è lì all’interno della sua cameretta, sul suo grande fercolo argenteo: mette i suoi occhi negli occhi di ogni singolo devoto per comunicare qualcosa, speranza, amore, conforto; tutti portano con se una grazia da richiedere od un ringraziamento da porre, e lui silenzioso, legato all’albero, trafitto dalle frecce, opera presso il buon Dio, benedicendo tutti, guardando nell’intimo dei cuori.
Dopo inizia la S. Messa e successivamente il fercolo con S. Sebastiano viene uscito dalla cameretta facendolo scivolare su un “baiardo” ligneo con ruote ferrate.
Inizia il Solenne Pontificale presieduto dal Vescovo della diocesi di Acireale, alla presenza di tutte le autorità del comune.
Durante la mattinata i fedeli portano in Basilica dei mazzi di fiori che verranno donati al Santo e legati alla base delle colonne del fercolo argenteo, fino a che i mazzi aumenteranno sempre di più durante tutta la processione; altri invece donano candele spente che verranno sistemate una sopra l’altra ai piedi del simulacro, mentre altre verranno accese nel lucernario allestito all’esterno della Basilica, oppure accendendo dei piccoli lumini all’interno della chiesa in un luogo adibito per questa mansione.
Alle ore 11, 00 in punto il fercolo con S. Sebastiano si affaccia dal portale centrale della Basilica: questo è un’altro dei momenti più attesi ed emozionanti della festa, perchè S. Sebastiano si consegna alla città, ai suoi fedeli, per percorrere assieme a loro le strade di Acireale, e la successiva corsa che le fa da cornice è una cosa che è dello straordinario.
Il suono a festa delle campane, i grandi applausi di una piazza gremita, e lo sparo di numerosi fuochi d’artificio, salutano l’uscita del Santo.
Dopo un breve discorso alla cittadinanza da parte di un sacerdote, la processione inizia con la tradizionale corsa.
Questa corsa è molto particolare perchè il fercolo deve fare una stretta curva, ed avendo delle fisse ruote ferrate, per farlo virare bisogna trascinare il fercolo per lo scivoloso basolato lavico.
Quindi questa corsa è molto pericolosa ma molto emozionante allo stesso tempo: il grido dei devoti che corrono, il rumore delle ruote ferrate, la calca enorme di gente, la sbandata del fercolo, danno un effetto molto suggestivo.
Dopo la prima corsa inizia la processione per la cittadina, in cui S. Sebastiano non resterà nemmeno per un minuto da solo, neanche alle ore del pranzo in cui molta gente va a pranzare; tutti quanti cercano di stare il più tempo possibile assieme al proprio Santo.
I devoti di S. Sebastiano indossano un abito tutto particolare: sono scalzi, con soltanto dei grossi calzettoni che coprono i piedi dall’acqua e dalla terra; portano sul capo una bandana bianca o dorata, sul petto una fascia dello stesso colore, con i simboli iconografici del Santo, e indossano un maglione di lana marrone con pantaloni abbinati a scelta.
Inizialmente S. Sebastiano passa da piazza Duomo, poi da S. Domenico ed infine percorre la ripida solita di via S. Biagio, in cui il fercolo per tradizione viene portato a spalla dai devoti, perchè si dice che anticamente la strada fosse parecchio danneggiata ed i devoti la portavano sulle loro spalle per non rovinarla.
La tappa seguente è il passaggio dalla parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, e successivamente, passando nuovamente dalla chiesa di S. Biagio, S. Sebastiano si dirige alla volta della chiesa di S. Michele e del quartiere di S. Giovanni, in cui, al passaggio del fercolo da tutte le chiesa della città, si effettuano dei brevi momenti di preghiera per l’omaggio delle relative parrocchie al Santo Compatrono.
Nel pomeriggio S. Sebastiano si dirige in piazza Marconi, pescheria della città, in cui si effettua una corsa con fuochi pirotecnici finali; subito dopo S. Sebastiano passa di corsa dalla piazza antistante la sua Basilica alla volta della vecchia stazione.
Nel piazzale della vecchia stazione si ha un’altro dei momenti più suggestivi della festa: l’arrivo del treno che fischia salutando il Santo, a ricordo di quel treno che partì proprio il 20 gennaio portando i militari acesi a combattere per la grande guerra: in quella occasione S. Sebastiano si trovava casualmente alla stazione, e il treno fischiò incessantemente in saluto al Santo, invocando la sua benedizione per quei poveri militari che purtroppo non tutti tornarono vivi.
Da quel momento, ogni anno si ricorda questa pietosa circostanza di distacco e si ricostruisce la scena di quel 20 gennaio, con i devoti che salutano con i fazzoletti il treno che fischia e che sosta per pochi minuti, per poi infine ripartire per la sua strada.
Dopo la stazione S. Sebastiano si dirige nel quartiere Mandorle, e poi passando da S. Martino, dal Carmine ed arrivare in serata ai Cappuccini per le tre corse molto importanti: con la prima corsa si ha al passaggio del Santo dalla chiesa dei Cappuccini, facendo una curva di corsa immettendosi sulla stretta via Roma, la successiva si ha uscendo di corsa dalla via Roma ed immettendosi sul corso Umberto, e l’ultima si ha nei pressi della piazza Duomo in cui il fercolo viene fatto correre e fermare sotto l’Arco del Vescovo ed il balcone il cui il Vescovo di Acireale si affaccerà per la solenne benedizione alla città; questa corsa è molto particolare perchè il fercolo viene fatto girare su se stesso.
La processione infine continua in serata percorrendo la parte a nord della città, passando dalla villa, dalla chiesa di S. Paolo e dalla chiesa del SS. Salvatore, entrando infine di corsa in piazza Duomo per i tradizionali fuochi dell’entrata.
Subito dopo i fuochi, alle ore 24,00, come per l’uscita, S. Sebastiano entra di corsa in Basilica, dando però, nell’ultima parte della corsa, le spalle alla facciata della chiesa.
Infine il fercolo entra in chiesa e viene ricollocato all’interno della cameretta, e S. Sebastiano viene velato in attesa di poterlo rivedere il giorno dell’ottava della festa.
“E TALIATULU CH’E’ BEDDU,
RIZZAREDDU RIZZAREDDU,
DEVOTI CU’ TUTTU U CORI
VIVA SAN MASTIANO!!!”
Testo a cura di Vincenzo Zappalà
Galleria Fotografica
Vigilia della Festa con processione delle Sacre Reliquie
Foto a cura di Vincenzo Zappalà
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Processione del 20 Gennaio per le vie della città
Foto a cura di Vincenzo Zappalà
Gallerie Fotografiche Anni Precedenti
Foto a cura di Vincenzo Zappalà e dei nostri collaboratori Carmelo Falcotti ed Alfio Scuderi
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