S. Agata V. e M. – Processione del “Giro Esterno” della Città – Catania
Alle ore 6,00 in punto incomincia la S. Messa dell’Aurora presieduta dall’Arcivescovo di Catania, ed al termine, intorno alle ore 7,00, S. Agata, accompagnata dallo scrigno, esce trionfalmente dalla Cattedrale, tra una piazza Duomo gremita di fedeli.
Nei pressi del grande portale centrale della chiesa, il simulacro di S. Agata viene accostato per far passare avanti lo scrigno che fino a quel momento seguiva il simulacro; lo scrigno esce per primo dalla Cattedrale perchè sul fercolo è posizionato dietro il simulacro; subito dopo esce S. Agata, accolta dal suono delle campane, lo sparo dei fuochi d’artificio e da gran parte della città presente per dare il primo saluta alla propria Santa Patrona.
Prima viene sistemato all’interno del fercolo argenteo lo scrigno, e subito dopo il simulacro.
Successivamente, dopo la sistemazione sul fercolo, è tradizione che il parroco della Cattedrale faccia un suo discorso alla cittadinanza, e subito dopo il fercolo si dirige verso la Porta Uzeda per l’inizio del tradizionale “giro esterno” della città, in cui la Santa anticamente percorreva l’estrema periferia della città e che al giorno d’oggi non è più così perchè con gli anni la città si è di parecchio ingrandita. La Santa patrona viene preceduta dalla processione delle undici candelore, che rappresentano gli antichi ceri che servivano per illuminare la via alla Patrona che passava per le vie della città.
Nel primo giorno di processione il fercolo, o vara, è addobbata con garofani rosa, colore che indica il sangue versato dalla Martire, proprio alla vigilia della morte carnale; il giorno seguente, giorno della nascita al cielo della Santa, i garofani sono di colore bianco, simbolo della purezza e castità della Vergine.
Passando da Porta Uzeda ed arrivando in via Dusmet, alla vara vengono agganciati i due lunghi cordoni con cui i migliaia di devoti in “sacco” bianco tireranno lentamente il sacro tempietto mobile che trasporta le sacre reliquie della Santa Martire concittadina.
I cordoni sono lunghi circa 130 metri; uno di essi è più corto dell’altro per motivi tecnici.
S. Agata inizia il suo lungo giro esterno della città, attraversando tutti i quartieri più antichi della città: inizialmente, percorrendo la via Dusmet e la via Calì, passa dall’antico quartiere della Civita; arriva in piazza Cutelli ed imbocca l’ultimo tratto della via Vittoria Emanuele per dirigersi dappima in piazza dei Martiri, successivamente in via VI Aprile passando dalla stazione centrale.
La processione continua per viale Libertà fino in piazza Iolanda, dove avviene una breve omelia da parte di un sacerdote, e successivamente la processione continua per la via Umberto, verso la villa comunale.
All’incrocio con la stretta via Grotte Bianche S. Agata si ferma, imbocca questa stretta via ed arriva in piazza Carlo Alberto, luogo di svolgimento della giornaliera fiera.
Si ferma davanti il sacrato della Basilica della Madonna del Carmelo per la celebrazione sul sacrato della S. Messa; anticamente il fercolo entrava dentro la Basilica ma adesso resta fuori durante la celebrazione.
Già si è nel pieno pomeriggio, ed intorno le ore 17,00 circa S. Agata riprende il suo percorso percorrendo via S. Gaetano alle Grotte alla volta di piazza Stesicolo, una delle piazze centrali della città, arrivando intorno alle ore 18,00 circa per la tradizionale omelia dell’Arcivescovo e la tanto attesa ed emozionante corsa della Salita dei Cappuccini: il fercolo effettua di corsa la ripida salita di via dei Cappuccini, divisa in tre momenti per motivi tecnici dovuti alla lunghezza dei cordoni e del fercolo che non potrebbero riuscire ad effettuare le curve in rapido movimento.
In queste tre corse S. Agata passa dai luoghi del suo martirio, svoltosi proprio in quella giornata, il 4 febbraio del 251 d. C.
Nella prima corsa S. Agata passa accanto la chiesa di S. Agata alla Fornace, luogo del martirio finale della Santa, bruciata viva su carboni ardenti, e poi si ferma accanto la chiesa del Santo Carcere, luogo in cui si custodisce il carcere in cui fu imprigionata la Santa.
I lunghi cordoni entrano in via Garofalo, tornano indietro e si dispongono lungo il secondo tratto della salita di via Cappuccini, cambiando direzione assieme al fercolo.
Inizia successivamente la seconda corsa, dal Santo Carcere alla chiesa di S. Domenico in cui il fercolo sosta nuovamente.
I lunghi cordoni hanno proseguito in avanti per via S. Maddalena; essi tornano indietro cambiando la loro direzione nel verso opposto di marcia, facendo girare anche il fercolo in direzione della chiesa di S. Agata La Vetere, prima Cattedrale di Catania e luogo dove viene custodito il sarcofago vuoto della Santa e luogo del martirio dello strappo delle mammelle.
Si effettua quindi la terza ed ultima corsa, e S. Agata entra infine all’interno della chiesa di S. Agata La Vetere per la celebrazione dei Primi Vespri Solenni e la S. Messa.
Al termine, intorno le ore 21,00, ma di anno in anno sempre più tardi, S. Agata riprende la sua processione percorrendo la lunga via Plebiscito, passando dagli antichi quartieri dell’Antico Corso e dei Cappuccini, fino ad arrivare all’angolo con la parte alta di via Vittorio Emanuele.
S. Agata imbocca questa via in direzione di piazza Risorgimento; successivamente per via Aurora e via Palermo, fino ad arrivare in tarda nottata, intorno alle ore 3,30 del 5 mattina, in piazza Palestro, o “Fortino” per i catanesi, luogo dello sparo del tradizionale spettacolo pirotecnico.
La processione prosegue per via Garibaldi e nuovamente per la via Plebiscito, passando durante la notte dagli antichi quartieri di S. Cristoforo, Ursino e Angelo Custode.
Nelle prime ore della mattinata S. Agata ha appena percorso tutta la lunga via Plebiscito fino ad imboccare la via Cristoforo Colombo alla volta degli “Archi della Marina”, fino ad arrivare nuovamente in via Dusmet, dove di corsa si dirige in Porta Uzeda ed infine in piazza Duomo, intorno alle ore 8,00 del mattino circa, quindi più di 24 ore di processione.
S. Agata viene riposizionata sull’altare maggiore e lo scrigno all’interno della cappella, in attesa del solenne pontificale e della seconda processione del 5 pomeriggio.
Testo a cura della redazione Vincenzo Zappalà
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