SS. Fratelli Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino – Vigilia – Trecastagni (CT)
Ecco la vigilia, la grande vigilia della festa di S. Alfio, la “notte santa”, la grande veglia in attesa dell’arrivo dei “nudi”, l’attesa per rivedere e “riabbracciare” i Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino.
A Trecastagni la vigilia si vive con una grande atmosfera di festa, pittoresca e rumorosa; anzi, per la gente si vive in due modi, le scuole di pensiero si scindono in due parti: chi esplode di gioia venendo a guardare le manifestazioni che girano attorno alla festa religiosa, che nel giorno della vigilia sono “l’entrata dei cantanti”, con una serata ricca di meravigliosi e spumeggianti spettacoli pirotecnici che esprimono appunto la gioia per l’arrivo della festa, e chi invece questo giorno, anzi, questa notte, la vive con un sentimento di penitenza, preghiera e ringraziamento, perchè vengono in Santuario durante tutta la notte migliaia di devoti detti “nudi” dalle varie parti della provincia a piedi, spesso a piedi scalzi e con pochi indumenti, con soltanto, (una volta molti più di adesso), pantaloncini e fascia rossa al petto, portando una grossa candela molto pesante sulle spalle.
Anticamente tutti erano vestiti da “nudi”, cioè soltanto, come detto poc’anzi, con pantaloncini bianchi ed una fascia rossa al petto e scalzi, come si usa attualmente in contemporanea a Lentini per la festa di S. Alfio; adesso poche persone si vestono così, e la gente viene vestita, ma comunque il viaggio votivo lo fanno in moltissimi, in migliaia da secoli e secoli, spesso in gruppo, con famiglie intere, portando grosse “torcie” accese, pesantissime, spesso dello stesso peso della persona che la porta, quindi 50, 70, 100 kg di candela; e provengono sia dai paesi vicini che da molto lontano, come da Catania, che dopo la patrona S. Agata il cuore è rivolto a S. Alfio ed ai suoi fratelli.
Fino a pochi decenni fà, come attualmente si usa a Melilli per la festa di S. Sebastiano, i nudi dai propri paesi partivano tutti in gruppo; adesso ognuno parte privatamente per conto proprio, quindi in Santuario arrivano i devoti uno dietro l’altro per tutta la notte intera.
A chi capiterà di passare con un auto dalle strade etnee principali, soprattutto le strade che portano a Trecastagni, durante tutte le ore della notte tra il 9 ed il 10 maggio, noterà che i lati delle carreggiate sono tutte piene di gente e devoti che camminano a piedi, e bisogna camminare molto lentamente per fare attenzione a non investire qualcuno.
In quelle strade a notte fonda, per la quantità di gente, sembra giorno, ed è molto commovente il vedere tantissima gente con candele in mano, o con quelle più pesanti sulle spalle, gente da sola che prega o famiglie intere che per questa occasione si riuniscono; gente con bambini in braccio o nei passeggini, ed anche se questo è un viaggio fatto per voto, anche qui è una grande festa perchè il viaggio, anche se lungo e faticoso per le lunghe e ripide salite, viene fatto con gioia. Diciamo che i Santi Martiri riuniscono anche le famiglie, e tutti sono un unica famiglia unita in nome di Cristo e della Chiesa.
Moltissimi provengono da Zafferana Etnea, Santa Venerina, tutti i paesi dell’acese e della zona etnea, come Acireale, Pedara, Viagrande, San Giovanni La Punta, Nicolosi, Belpasso, ed ovviamente Catania e tanti altri paesi che non è il caso citarli tutti per non dimenticarne nessuno perchè son troppi, visto che questi Santi racchiudono una devozione che coinvolge gran parte della provincia, soprattutto la zona etnea.
All’arrivo in Santuario le persone con le famiglie entrano e donano ai piedi dell’altare maggiore o ai piedi della tela dei Santi Martiri un mazzo di fiori, oppure depositano le candele nell’apposito lucernario del Santuario, mentre per i “nudi” il momento dell’arrivo è un’esplosione di gioia e devozione: gioia sia per l’atteso arrivo dai Santi Martiri, anche se sono ancora velati nella cameretta, oppure dolore misto a speranza per la richiesta di una grazia.
I nudi, arrivati in piazza S. Alfio, incominciano a correre e ad invocare a voce alta, gridando, i Santi Martiri, e corrono con la torcia accesa fino ad inginocchiarsi ai piedi dell’altare maggiore dove è situata la cameretta; in seguito consegnano la pesante torcia agli addetti del lucernario che si trova accanto alla cappella del quadro dei Santi Martiri sulla navata laterale destra.
Anticamente vi era l’usanza di alcuni devoti di strofinare la lingua sul pavimento del Santuario dalla porta centrale fino all’altare maggiore. Quest’usanza fortunatamente è stata fatta proibire perchè molta gente prendeva infezioni alla lingua ed il pavimento si riempiva di sangue sgorgato dalle lingue lacerate dei devoti, quindi la Chiesa l’ha proibito perchè era contro natura; anticamente quest’usanza era nata perchè a S. Alfio gli avevano strappato la lingua, e quindi per penitenza si faceva questo rito.
Il Santuario durante tutta la notte è stracolmo di gente in attesa dell’arrivo dei nudi e per vegliare assieme ai Santi Martiri, meditando sul significato del loro martirio sulla società di oggi.
Ma torniamo adesso alle manifestazioni folcloristiche di questa giornata della vigilia.
Nel pomeriggio, dalla zona campo sportivo, hanno sparato le cosi dette “bombe da tiro” offerte dai tre partiti del paese, “S. Alfio”, “Tondo” e “Collegiata” per lo sparo della bomba d’arrivo delle varie ditte di pirotecnici.
La sera invece, alle 21,15 circa, in piazza Marconi c’è stata la tradizionale “Entrata dei Cantanti” che consiste nell’entrata in piazza di ragazzi con fiaccole e girandole al ritmo delle marce allegre della banda musicale, e successivamente lo sparo di tre fuochi pirotecnici offerti dai tre partiti del paese.
Successivamente, nella zona campo sportivo, a motivo della pericolosità dei fuochi, come al pomeriggio, vengono sparati diversi spettacoli pirotecnici fino a notte inoltrata, uno dopo l’altro, sempre offerti dai tre partiti del paese.
Sembra quasi che tutti questi fuochi vengano sparati quasi a far svegliare i Santi Martiri all’interno della loro cameretta per essere l’indomani raggianti e spendenti per la svelata, come se durante l’anno essi dormissero nel buio di quella piccola cappella chiusa.
Questo aspetto dei fuochi è la pura espressione del nostro sentimento di gioia che caratterizza il nostro essere siciliani.
Testo a cura di Vincenzo Zappalà
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Foto a cura di Vincenzo Zappalà
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