S. Petronilla – Assoro (EN)
Donna romana nata al tempo dell’apostolo Pietro di cui era figlioccia (anche se non è possibile stabilirne con certezza l’anno della nascita). Petronilla era «diaconessa», cioè vergine consacrata a Cristo, seguace degli Apostoli, dotata di diversi carismi, tra cui quello delle guarigioni. Il suo nome è registrato nei più antichi martirologi e la sua tomba, quindi il culto di lei, da Roma si estese anche in Africa, Irlanda e Francia. Ad Assoro, nel XVI secolo, i Benedettini le eressero una chiesa.
Vissuta durante la persecuzione dei cristiani voluta da Domiziano, un ufficiale romano, conquistato dalla sua bellezza, la chiese in sposa, con l’intento di convertirla al paganesimo, ma Petronilla chiese tre giorni di tempo per riflettere, giorni che trascorse in preghiera. Nella notte tra il 29 e il 30 maggio assistette a una messa, durante la quale, subito dopo aver ricevuto la Santa Comunione , morì addormentandosi “nel bacio del Signore”.
La sua morte sarebbe stata identica al «Transito» di Maria SS.: una vera «dormitio» (sonno carismatico), morte di amore in Dio! Ma la tradizione iconografica la presenta
come «MARTYR», appellativo riportato anche sulla sua tomba. Si tratta di martirio di sangue o la parola ha il senso greco di testimone della fede?
Trascorsi i tre giorni, l’ufficiale si presentò in casa della Santa e la trovò morta: era il 31 Maggio dell’anno 96 d.C.
Petronilla ebbe un «sarcofago» marmoreo, adorno di quattro «delfini». I pesci per i pagani erano simbolo di viaggio verso l’eternità, mentre per i cristiani le lettere che compongono la parola greca “I X Th U S” (pesce), venivano lette come il corrispondente italiano di «Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore».
Nel 752 d.C. l’Europa attraversava una serie di crisi dovute alle continue invasioni di popoli stranieri e anticattolici e, per far fronte a questa situazione, il papato e la Francia si allearono. Poiché la Francia si considerava «figlia primogenita della chiesa», era giusto che, a sua protettrice, scegliesse Santa Petronilla (allora ritenuta «figlia primogenita di San Pietro»). Il sarcofago, con il corpo della Vergine, fu portato in un antico mausoleo, accanto alla basilica vaticana.
Quando si costruì l’attuale Basilica di San Pietro, a Roma, il mausoleo venne abbattuto, ma alla Santa fu riservato un altare posto alla destra della tomba di San Pietro.
Il sarcofago, purtroppo, andò distrutto nel riaprirlo, ma furono poste in salvo alcune reliquie, di cui anche Assoro, nel 1518, ne conserva gelosamente alcune (un dente molare e parte di una costola, sigillate dentro un braccio d’argento, ottenute dal Guerrierius nel 1518).
Santa Petronilla fu invocata contro le febbri e nel ricordarla, tra i simboli ricorrenti a lei associati, abbiamo la palma (martirio), il libro (sapienza), la croce (fedeltà ai dolori).
Nel 1638 Santa Petronilla venne dichiarata Patrona della città, probabilmente grazie all’opera benefica dei Conti Valguarnera, nella cui famiglia molte donne portavano il nome della santa.
Ogni anno nei giorni di festa 29-30-31 si svolgono spettacoli di vario genere, le vie vengono addobbate con le luminarie: nel suo giorno invece, alle 11,00 un solenne pontificale nella Chiesa Madre, la Basilica di San Leone, presieduto dal Vescovo, alle 19,00 la Santa Messa e subito dopo la processione per le vie principali della città (purtroppo non sul fercolo ligneo della Patrona poiché è un’opera molto delicata del 1600), accompagnato dalla banda musicale, dalle autorità, dal popolo tutto e dai giochi pirotecnici che al suo rientro in chiesa la salutano al prossimo anno; intorno alle 22,00 nella piazza principale si svolge l’ultimo spettacolo musicale dei festeggiamenti con l’esibizione di un celebre cantante.
Testo a cura del nostro collaboratore don Alessandro Screpis – Parroco della chiesa madre di Assoro
Galleria Fotografica
Foto a cura di Vincenzo Zappalà