S. Francesco di Paola – Ciminna (PA)
La festa di San Francesco di Paola, è uno degli appuntamenti che i cimminesi attendono con ansia.
La devozione nasce nel 1670 circa quando i minimi si stabilirono a Ciminna nella chiesa prima di San Leonardo, ora di San Francesco di Paola.
La nascita del nuovo ordine contribuì a far strada alla nuova devozione che ben presto in paese ebbe grandi riscontri.
Tutta la popolazione da allora contribuì con offerte allo svolgimento dei festeggiamenti, e l’istituzione di un comitato e della confraternita diede un prezioso incentivo a livello devozionale.
La preziosa statua cara ai ciminnesi è opera del XVI secolo, e ogni anno viene portata in processione su un artistico fercolo a spalla per le inerpicate stradine che danno l’impressione di una città medievale.
Ogni anno la festa viene celebrata il 25 aprile e non nel suo giorno liturgico del 2 aprile.
La festa incomincia il 24 con il canto del vespro solenne in onore del santo, la sagra delle Panelle, e la sfilata dei cavalli.
Il 25, giorno della festa, viene annunciato con una fragorosa “alborata”, ed anche dalla banda musicale che annuncia la gioia della festa suonando per le vie del paese.
A tarda mattinata la messa solenne nella chiesa di San Francesco fa da preludio alla processione serale.
La sera, dopo le ore 20:00, si svolge la suggestiva processione del simulacro.
L’espressiva statua del Santo viene condotta in processione da circa quaranta persone per le vie del paese attraversando ripide salite e scoscese stradine, dando un suggestivo clima di religiosità.
Dietro il fercolo segue la banda e una numerosa folla di persone che in un devoto silenzio seguono il compiersi della processione.
All’arrivo nel piano vicino al campo sportivo si ha lo sparo dei caratteristici fuochi d’artificio, i quali chiudono i festeggiamenti.
Subito dopo i fuochi, la processione fa rientro in chiesa tra una fragorosa “mochetteria” ed il tripudio e le grida di fedeli che dicono: “E cu sa arricogghi, lu mericu ri tutti li malati, chiddu chi guarisci cechi surdi e muti , a cu voli grazii ricurri, a stu nnomi ru Santu patri dicennu tutti: VIVA “!!!
Testo a cura del nostro collaboratore Gaetano Spicuzza
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Foto a cura del nostro collaboratore Gaetano Spicuzza