S. Sebastiano Martire – Melilli (SR)

Data della Festa:
4 Maggio

Tutta la gente che è nata ed abita nel siracusano oggi è in festa, ma non perchè nei loro paesi c’è festa ma perchè oggi è la festa di S. Sebastiano di Melilli.
Chi non sa di che stiamo parlando potrebbe pensare a che cosa gliene importa alla gente di un’altro paese che a Melilli c’è la festa se uno abita, per esempio a Carlentini che lì la patrona è S. Lucia.
Invece a tutti gliene importa, perchè la festa di Melilli è la festa di tutti; tutti prima o poi, almeno una volta nella vita, andranno a Melilli a vedere questa festa, e ci ritorneranno sicuramente, e non per la bellezza della festa, ma perchè in tutto il siracusano c’è ed è molto sentita e fervida la devozione a S. Sebastiano, e Melilli ne è la patria.
La devozione che c’è a Melilli per questo santo da antica data è stata trasmessa a tutta la gente della provincia e non solo, e quindi si ritiene la festa di S. Sebastiano più importante, la più bella e soprattutto la più ricca di devozione della provincia; le altre feste di S. Sebastiano degli altri paesi, come ad esempio quella di Avola, hanno preso spunto da questa di Melilli, oppure a Canicattini Bagni lo si festeggia l’ultima domenica di aprile proprio in preparazione a questa festa di Melilli; questa devozione è così sentita da tutti che nella maggior parte dei paesi della provincia lo hanno o per patrono, o compatrono o protettore.
Questa grandissima devozione oggi è visibile nella grandissima quantità di devoti detti “nudi” che parte a piedi, molti anche scalzi, dalle loro località di provenienza per dirigersi a Melilli per rinnovare il voto e rivedere e “riabbracciare” il loro Santo protettore.
Dunque Melilli è la patria della devozione a S. Sebastiano e quindi questa festa è la festa di tutti, e tutti sanno che il 4 maggio è il giorno di S. Sebastiano e in questo giorno tutti, anche chi non può andare di persona a Melilli per la festa, rivolgono un pensiero a questo grande martire della fede.
Si è detto che da Melilli è partita questa grande devozione che poi si è trasmessa in tutti i paesi perchè nel 1414 è successo un fatto miracoloso: verso la fine di aprile di questo anno una nave si era naufragata nella spiaggia dove ora sorge il paese di Priolo Gargallo e tra i resti della nave che erano arrivati a riva vi era una cassa di legno contenente un piccolo simulacro di S. Sebastiano.
I marinai la custodirono con cura ritenendo che la loro salvezza sia stata esaudita per intercessione di questo Santo e, nel cercare di spostare questa cassa, essa divenne improvvisamente pesantissima come uno scoglio, anche se le sue dimensioni erano minime.
Allora la gente del luogo venne a sapere di questo prodigio e tutti volevano contendersi questo simulacro miracoloso, ma nessuno ci riusciva.
Venne dunque il primo maggio in processione il popolo della vicina Melilli e tutto dun tratto la cassa divenne leggera: si gridò al miracolo e questa gente decise di portarla in processione in paese.
Lungo la via un lebbroso al solo bacio della cassa guarì miracolosamente e poco prima di arrivare in paese vi era una grotta dove già si venerava con un’altro simulacro questo santo: improvvisamente la cassa divenne di nuovo pesantissima a significare che il Santo volesse rimanere in quel determinato luogo; col tempo lì venne costruita la magnifica Basilica che oggi si trova all’interno del paese perchè col tempo il paese si è ingrandito.
Da allora la devozione a S. Sebastiano è stata trasmessa a tutta la provincia a conseguenza di quei miracoli fino ai giorni nostri, ed oggi, da tempi immemorabili S. Sebastiano viene solennemente festeggiato a maggio; fino a poco tempo fa la festa si svolgeva il primo maggio, anniversario del miracolo e dell’arrivo del simulacro in paese ma poi è stata spostata al quattro per motivi di ordine pubblico.
La festa incomincia la sera della vigilia con la processione della reliquia e alle quattro del mattino del 4 maggio la Basilica viene aperta in attesa dei pellegrini provenienti da tutti i paesi limitrofi.
In questa festa i devoti sono ben organizzati perchè partono tutti assieme la sera prima dai loro paesi, quindi non ognuno per conto suo privatamente come in altre feste come per i Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino di Trecastagni – CT, o Aidone per S. Filippo; quindi quando i devoti arrivano in Basilica arrivano in numerosi gruppi, non c’è dunque un via vai di gente che arriva in tutte le ore della notte come a Trecastagni ma arrivano in orari ben precisi.
Siccome i devoti di ogni singolo paese sono tanti, partono in gruppo di cento, duecento persone circa o di più, e partono, ad esempio, da Ferla, Cassaro, Avola e Palazzolo Acreide di cui S. Sebastiano è il loro patrono, o Lentini, Carlentini, Sortino, Buscemi, Buccheri, Noto, Augusta, Villasmundo, Floridia, Solarino, Canicattini Bagni, Siracusa, ecc…
Partono al tramonto del 3 per arrivare durante la mattinata del 4.
In chiesa il Santo è già posizionato sulla vara argentea sistemata su un carro con motore, messa di lato alla navata centrale nei pressi del portale centrale della Basilica in modo tale da far passare i devoti detti “nudi” fino all’altare maggiore dove è collocata la Reliquia e far consegnare il mazzetto di fiori di carta che hanno i devoti.
Verso le sei del mattino iniziano a porgere l’omaggio al Santo i nudi di Melilli e poi arrivano pian piano i nudi degli altri paesi.
Quando arrivano i nudi la gente che è presente in piazza crea un corridoio per farli passare perchè, tra il suono delle campane a festa che vengono suonate ogni qual volta arrivano i nudi, arrivano di corsa gridando frasi di ringraziamento ed esultanza; arrivano correndo ed in fila indiana entrano in Basilica: all’entrata trovano il simulacro sulla vara, lo salutano e poi pian piano si dirigono sull’altare per offrire in dono il loro mazzetto di fiori di carta colorata che hanno tenuto tutto il tempo in mano, per poggiarlo ai piedi della reliquia.
I “nudi” si chiamano così perchè anticamente venivano in mutande ma oggi sono tutti vestiti di bianco con bandana bianca e fascia rossa al petto, alcuni hanno le scarpe bianche ma la maggior parte sono scalzi e tengono in mano un mazzetto di fiori di carta colorata fatti a mano.
È da sottolineare il fatto che i devoti non porgono i fiori al simulacro ma alla reliquia, il vero corpo di S. Sebastiano vivo e presente in mezzo a noi.
Dopo che tutti i nudi dei paesi sono arrivati in Basilica il Santo esce alle ore 10,00, ma non si rispetta quasi mai questo orario perchè il Santo se tutti i nudi non sono arrivati non può uscire, infatti il Santo viene accolto sul sacrato del Santuario dallo sparo di un grandioso e nutrito spettacolo pirotecnico dalla collina che sovrasta la piazza, il suono delle campane ed il lancio di carte multicolori, in una piazza gremita di fedeli.
Dopo l’uscita, tra due ali di folla, il Santo incomincia il suo giro per le vie del paese per concludersi in chiesa madre, e per poi riuscire la sera per ritornare in Basilica per il solenne ottavario.
S. Sebastiano fino all’ottava di giorno 11 rimarrà esposto sull’altare maggiore per poi riuscire in processione per percorrere le vie rimanenti del paese e poi avere la conclusione della festa con il simulacro che viene conservato per la festa dell’anno seguente.
Questa è una festa molto antica ed ha una particolarità in comune, come si è detto in passato, con altre due feste: quella di S. Filippo di Aidone (EN) che è avvenuta il primo maggio e la festa dei Santi Fratelli Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino di Trecastagni (CT) che avverrà il dieci maggio; questa particolarità è la tradizionale ed antica fiera.
Come già accennato per la festa di S. Filippo questa è una fiera particolare, oltre per la grandezza e la gente che viene da lontano per vendere qualsiasi articolo, soprattutto per la vendita dei tamburelli siciliani di varia grandezza e bellezza, con stampate diverse immagini di santi, ed in questo caso di S. Sebastiano, ed anche  per la vendita di oggetti sacri, in questo caso sempre di S. Sebastiano che è il santo protagonista di questa festa.
Uno scrutatore più attento che ha già visto queste tre bellissime feste noterà che le bancarelle sono le stesse in tutte e tre i luoghi citati, solo che, nel caso delle bancarelle degli oggetti sacri, invece di esserci le immagini di S. Filippo o dei Santi Martiri qui a Melilli ci sono quelle di S. Sebastiano.
Inoltre vi è l’usanza in queste feste di donare una candela o torcia accesa al Santo: in questo caso le “torcie” vengono accese in piazza davanti il sacrato della Basilica; si vendono anche dei nastrini colorati da poggiarli al simulacro e ricevere una particolare benedizione per poi portarli a casa o regalarli ad amici e parenti.

Testo a cura di Vincenzo Zappalà

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Foto a cura di Vincenzo Zappalà

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