S. Lucia V. e M. – Aci Catena (CT)
Le cinque del mattino: il campanone incomincia a produrre i suoi rintocchi dal ritmo sincopato. Si tratta del cosiddetto “cunsulato” che annuncia la solennità del dì di festa. Poco più tardi lo stormo delle campane è accompagnato dallo sparo di tredici salve. Tutto ormai prelude al primo momento topico della giornata: l’incontro dei santalucioti con il simulacro della loro Patrona che, come è uso in questa parte della Sicilia orientale, è stato segregato per tutto l’anno. Alle ore 8,30 la chiesa è piena in modo inverosimile; l’emozione si tocca con mano: tutti gli sguardi sono rivolti verso la cappella, preziosa opera d’arte di Angelo Paradiso, acese.
E’ il momento: il “mastro di vara”, colui che ha materialmente la cura del simulacro e del fercolo, si avvicina alle porte della cappella. Cinque chiavi fanno scattare cinque serrature: la parola passa al parroco che con parole appropriate prepara spiritualmente il momento dell’incontro; quindi, invita alla preghiera. L’”Amen” festoso della liturgia si confonde a questo punto con le voci di giubilo dei fedeli e l’immagine di Santa Lucia viene svelata e traslata all’altare maggiore opportunamente adornato. Il simulacro spicca con alle spalle il ricco dossello riccamente ricamato in oro.
Giunge il momento del solenne Pontificale. Il coro, accompagnato dall’orchestra, anima la liturgia: è un momento intenso di preghiera corale alla presenza di tutto il popolo santo di Dio e delle autorità civili e militari.
La mattinata di festa volge al termine. Adesso i cuori sono orientati verso la solenne uscita del simulacro che avverrà puntualmente alle ore 16,00. La venerata effige non è ancora apparsa sulla porta maggiore della chiesa e già è un tripudio di suoni e di colori. Trasferito sull’elegante fercolo dei primi ottocento, il simulacro inizia il suo giro per sostare dopo circa un quarto d’ora presso l’antico torrente, naturale separazione tra Aci S. Lucia e Aci Catena. E’ il momento atteso del grande spettacolo pirotecnico diurno.
La processione riprende indirizzandosi verso la chiesa Matrice di Aci Catena. Qui il fercolo sosterà per una celebrazione eucaristica presieduta dal prevosto di detta chiesa. Quindi di nuovo per le vie della città: un tripudio che diventa incontenibile quando si toccano gli antichi quartieri della parrocchia: il “Crucifissu ‘o vadduni”, la “Sanità”, la “Cubisia”, la “vanedda ‘e roti”.
Giunge il momento finale: il trionfale ingresso in Piazza Santa Lucia. Uscendo di corsa da via Esperando, il fercolo percorre via Vittorio Emanuele, mentre i fuochi d’artificio illuminano il cielo: un momento di apoteosi che prelude al commiato.
Il simulacro di Santa Lucia viene riportato nella sua cappella e lentamente, tra canti e grida di giubilo, viene velato.
Testo a cura del nostro collaboratore don Gaetano Pulvirenti, parroco della chiesa di S. Lucia in Aci Catena.
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Foto a cura di Vincenzo Zappalà
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