SS. Fratelli Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino – “A Dera” – Sant’Alfio (CT)

Data della Festa:
Giovedì e Venerdì precedenti alla 1° Domenica di Maggio

Per due giorni all’anno il paese di Sant’Alfio per i suoi tre Santi Patroni si trasforma e diventa qualcosa di veramente suggestivo, qualcosa di magico, e per chi comprende e condivide veramente in pieno il significato ed il messaggio delle cose che avvengono in quelle due sere l’animo della persona, che è presente e vede quello che avviene, silenziosamente si intenerisce e si commuove.
Il giovedì ed il venerdì precedenti alla festa tutte le strade del paese si riempiono di falò accesi ai lati della strada: avviene il tradizionale rito della luminaria della “dera”.
Questo rito viene fatto a ricordo del passaggio dei Santi Fratelli Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino da quei luoghi, e quindi vengono accesi questi fuochi per illuminare la strada ai Santi Martiri, come se loro veramente passassero fisicamente in quel momento, e tutto questo viene fatto in un clima sia di preghiera e riflessione, sia in un clima di festa per il passaggio dei Santi, che allora come ora benedicono quelle strade da cui ha preso il nome anche il paese.
Alle 20,30 in punto viene sparato un colpo a cannone ad indicare il via per l’accensione di questi fuochi, e le campane della chiesa madre dapprima suonano per molto tempo il tradizionale “consolato”, un ritmo lento di rintocchi della campana a suon di attesa, ad indicare l’attesa del passaggio dei Santi Martiri, e poi di tanto in tanto vengono suonate le campane a festa per simboleggiare l’arrivo dei Santi ed il loro passaggio tra quelle strade.
Tutti si preparano ad accendere davanti gli usci delle proprie case un piccolo falò di legna resinosa, e la gente si riversa nelle strade per l’attesa del passaggio della banda musicale e delle comparse che rappresentano i Santi scortati dai soldati, come se fossero i veri Santi Martiri con i soldati a passare.
Sappiamo benissimo che i Santi Martiri da li non passarono con un atteggiamento di festa perchè erano incatenati, scortati dai soldati e tenevano una grossa trave sulle spalle, soffrivano ma gioiosamente pregavano il Signore che gli concesse, per intercessione di S. Andrea, che questa trave miracolosamente volasse via fino a cadere in mare a Riposto, e poi ripartire nel viaggio verso Lentini passando e fermandosi a Trecastagni.
Ma per la gente adesso i Santi Martiri ripercorrono la stessa strada che hanno percorso allora stavolta trionfanti per la loro vittoria di santità con il loro martirio, benedicendo tutta la gente e le case. Quindi vi è un grande clima di gioia che persino alcune persone qua e là offrono alla banda bevande e dolci.
C’è anche una gara che ogni anno premia la via più suggestiva, e tutti, proprio tutti si impegnano; non si vincono premi in denaro ma solo una targa ricordo.
Tutti quanti ci tengono a fare la propria luminaria, dai più piccoli ai più grandi, anche se si faccia un falò piccolino si deve fare, e tutti, persino, per citare un esempio, i carabinieri fanno davanti la porta della caserma il proprio piccolo falò.
Tutta la gente si sente unita in quei giorni di festa, tutti si incontrano e condividono la stessa gioia ed entusiasmo per la festa e soprattutto per i Santi Patroni.
Non solo tutta la gente di Sant’Alfio, ma anche tutta quella gente che abita lungo la via percorsa dai Santi Martiri nei pressi del paese, come la gente della vicina Puntalazzo a nord e di Milo a sud: anche lì alcuni devoti dei Santi Martiri fa il proprio falò.
È un’atmosfera bellissima e molto suggestiva quella di queste due notti, le due “sante notti” dei Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino.
Tutti quei falò ai lati della strada fanno sembrare tutto così magico e quasi commovente, quel fuoco che arde e che riscalda i cuori e l’anima, come quel fuoco della fede che ardeva incessantemente nei cuori dei Santi Martiri che preferirono la morte pur di non offendere e rinnegare la loro fede in Cristo Gesù; quel fuoco come la nostra vita che prima o poi si spegnerà come i falò, la fiamma della nostra fede che deve rimanere sempre attiva e non si deve spegnere mai, quel fuoco che bruciò fino alla morte i nostri Santi Martiri.
Tutte queste cose ogni persona le interpreta ovviamente a modo suo e scatena dentro di se un grande sentimento di fede ed ammirazione per l’esempio che questi tre giovani hanno dato all’umanità ed alla Chiesa.
Per tutti e due le notti quindi si ripete questo rito che è da vedere e invidiare, anche perchè in alcune strade vengono allestiti dei meravigliosi altarini.
Questa è soltanto un’anticipazione, un preludio alla grande festa che entrerà nel vivo il sabato  sera con la svelata dei simulacri in chiesa e la successiva processione delle reliquie, e poi domenica, il giorno più importante della festa, con la trionfale uscita dei Santi Martiri e la successiva processione per alcune vie del paese.

Testo a cura di Vincenzo Zappalà

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Foto a cura di Vincenzo Zappalà

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Foto a cura di Vincenzo Zappalà

  • S. Giuseppe 2009 - Ispica (RG)

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