S. Lucia V. M. – Vigilia – Aci Catena (CT)
INTRODUZIONE
Alla fine del XII secolo Aquilia Vetere, sconvolta da eventi procurati dalle offese della natura e degli uomini, fu abbandonata e i suoi abitanti si dispersero nel territorio circostante dando vita a insediamenti rurali (casali). Le nuove aggregazioni umane erano spesso dettate dalle arti e dai mestieri praticati. Così, i pastori si insediarono presso l’attuale Aci Bonaccorsi e il loro Patrono fu Santo Stefano, il protomartire, per quelle pietre visibili nella sua iconografia e che richiamavano quelli che si gettavano alle pecore che prendevano direzioni sbagliate. Gli allevatori e gli agricoltori si sistemarono invece nella zona di Casalotto (la futura Aci S. Antonio) e il naturale protettore fu dunque Sant’Antonio Abate. I conciatori di pelli e i fabbricanti di scarpe si stabilirono invece nell’altipiano a monte di Aquilia e immediatamente si divisero perché appartenenti a due riti diversi: quello antico della Chiesa d’oriente e quello latino introdotto dai conquistatori normanni. Così da un lato sorgeva la comunità di San Filippo di Carcina (o Carchina) dalla voce greca karkinos che significa scarpa e dall’altro la comunità della Cubisia (dal francese curvoisier che significa calzolaio). Se dunque nel casale di lingua greca il patrono fu un santo di origine siriaca occorreva per la Cubisia un patrono di origine Latina. La sorte cadde sulla siciliana vergine e martire Lucia che darà definitivamente nome al nuovo insediamento: Aci S. Lucia.
Dall’archivio parrocchiale abbiamo notizia della prima chiesa a lei dedicata, ubicata forse in contrada Casazze, già nel 1280. Tale luogo di culto sussistette per circa quattro secoli e fu successivamente demolita.
Il 1609 è la data che troviamo posta alla base di una delle lesene dell’abside della nuova chiesa forse costruita nei pressi di un’altra piccola chiesa di cui si conserva il portale quattrocentesco del lato est della chiesa parrocchiale. La nuova chiesa subirà col terremoto dell’11 gennaio 1693 gravi danni, ma per opera dei Catalano, amministratori del Principe Riggio di Campofiorito, sorgerà nelle attuali barocche fattezze. L’anno successivo al terremoto la chiesa è già ricostruita col nuovo tetto a cassettoni dipinto e le spettacolari quattro macchine degli altari laterali.
In mezzo a tanta bellezza il simulacro di Santa Lucia non deve essere da meno. Il primo simulacro della Santa, che risale al 1440, viene sostituito con l’attuale nell’anno 1666. Una scultura lignea di enorme pregio artistico che non ha eguali nel territorio circostante, voluto dalla lungimiranza dal can. Francesco Strano e che il popolo santalucioto ha custodito nell’arco dei secoli arricchendolo, trentanove anni fa, con una corna d’oro gemmata, ultimo omaggio alla Santa Patrona che ogni anno viene onorata nel giorno della sua nascita al Cielo con solenni festeggiamenti.
VIGILIA DELLA FESTA
Il 12 dicembre è già festa ad Aci S. Lucia, odierno quartiere del comune di Aci Catena. E’ il giorno della conclusione del solenne novenario che ha visto una larga partecipazione di popolo. Dopo la celebrazione eucaristica i fedeli si dispongono ad andare a prelevare il braccio reliquiario dalla chiesa Matrice di Aci Catena. E’ un gesto antichissimo che risale all’arrivo di quella insigne reliquia che a tutt’oggi si trova incastonata nel petto del simulacro di Santa Lucia. Il can. Strano, già citato, era infatti apprezzato confessore presso il convento di clausura di Santa Caterina in Catania, la cui badessa, suor Vittoria Rossi, in segno di gratitudine e sapendo della devozione del canonico per la vergine e martire siracusana e che aveva fatto realizzare il nuovo simulacro, volle donare una reliquia di Santa Lucia in suo possesso, in quanto detta badessa era figlia del conte del Castro di Tivoli che era stato ambasciatore di sua Maestà Cattolica presso la repubblica di Venezia e ivi aveva ricevuto in dono la reliquia.
Così il 12 dicembre 1666 una solenne processione partita dalla Matrice di Aci Catena raggiungeva la chiesa dedicata a Santa Lucia. La scena si ripete ogni anno con la stessa solennità. La processione vede la partecipazione del clero cittadino, delle confraternite e anche, da qualche anno, delle “Lucie”, bambine vestite di bianco che precedono la Reliquia con piccole lampade accese. La suggestiva processione si conclude sul sagrato della chiesa di Santa Lucia con la benedizione con la reliquia e lo sparo di fuochi pirotecnici.
Un tempo questo era anche il momento del cosiddetto ingresso dei “cantanti”: i giovani dei vari quartieri che festosamente si presentavano in Piazza Santa Lucia cantando le “Cantate” popolari dedicati alla Santa Patrona coronate dagli immancabili fuochi d’artificio.
Testo a cura del nostro collaboratore il parroco della chiesa di S. Lucia di Aci Catena don Gaetano Pulvirenti
Galleria Fotografica
Foto a cura del nostro collaboratore Antonio Anastasi