S. Giuseppe – Casteldaccia (PA)

Data della Festa:
Penultima Domenica di Agosto

La festa patronale di San Giuseppe è il momento riassuntivo delle devozioni del popolo Casteldaccese che si stringe attorno al proprio Santo protettore riconoscendo in esso la propria identità.
Casteldaccia, essendo un paese sulla costa, sotto l’influenza del capoluogo siciliano, nel tempo ha stentato a conservare le proprie tradizioni, non almeno nella misura in cui hanno resistito i paesi dell’entroterra, dove la condizione rurale ha favorito la conservazione di tali momenti. Tuttavia, grazie all’impegno e alla dedizione del Comitato Festeggiamenti  San Giuseppe, costituitosi legalmente nel 1999, tali tradizioni e precisamente la Festa del Patrono, (San Giuseppe appunto), hanno ripreso il loro vigore e costituiscono nuovamente il momento più importante e più atteso dell’anno casteldaccese. Il Patrono viene festeggiato durante l’anno in due momenti: il 19 marzo, solennità liturgica di San Giuseppe, la festa è esclusivamente di carattere religioso. La solennità viene preceduta da una novena di preparazione predicata da un sacerdote invitato per l’occasione, dalla tradizionale tavolata di San Giuseppe con degustazione del minestrone e del pane benedetto, dalla “vampa” e dai fuochi d’artificio. La festa più importante si svolge però ad agosto e unisce al momento prettamente religioso manifestazioni di vario genere. La tradizione dei festeggiamenti estivi è stata ripresa nel 1997 dopo un ventennio di silenzio. Tale festa si collocava in tempi passati come culmine del ciclo dei campi, occasione per ringraziare il Santo del raccolto annuale. Tale valenza agricola si è persa, e i festeggiamenti in agosto rimangono un momento privilegiato soprattutto per il ritorno dei tanti casteldaccesi emigrati, in Germania, Canada soprattutto negli Stati Uniti, dove hanno mantenuta viva la devozione a San Giuseppe che viene festeggiato a ottobre a Chicago dove si trova la San Giuseppe di Casteldaccia Society, infatti è tuttora in atto un gemellaggio che unisce il Comitato Festeggiamenti di Casteldaccia con la Società di Chicago uniti, dalla stessa devozione al Patriarca celeste e che favorisce lo scambio di cultura nei momenti di incontro annuali in Italia e negli Usa. Grazie all’impegno e alla profusione del Comitato, dell’Amministrazione Comunale che patrocina la manifestazione e di tutti i devoti , è stato possibile arricchire la festa di molteplici momenti religiosi e ricreativi. A tal proposito, nel 1999 è stato possibile organizzare le corse dei cavalli che secondo il ricordo dei più anziani, costituivano uno dei momenti più atteso di tutta la festa. Attualmente i festeggiamenti si svolgono in tre giorni salvo qualche variazione organizzativa, solitamente sabato, domenica e lunedì. La domenica è sempre dedicata alla processione. Il simulacro ligneo, restaurato nell’anno 2005 dal professor Gaetano Correnti di Misilmeri, riportato nel suo più antico splendore settecentesco, viene portato a spalla da 40 giovani portatori per le vie del paese al grido di ” viva san Ciusieppi chi stivali” a causa delle calzature con le quali l’artista originario ha voluto raffigurarlo. Durante la processione vengono effettuate le tradizionali “volate degli angeli”: bambini sospesi in aria tramite delle funi che recitano poesie in onore del santo.
Il tutto si conclude con il concerto di un cantante di rilievo nazionale e i tanto attesi e spettacolari giochi d’artificio. I tre giorni sono immersi in un’atmosfera straordinaria: il suono della banda musicale, il rullo dei tamburi,la sfilata dei cavalli ,le luminarie che abbelliscono le vie cittadine, così come gli spari dei mortai che annunciano i giorni di festa, questi come tante altre cose sono suggestioni ormai care al casteldaccese che aspetta questi momenti con ansia. La festa, crogiolo straordinario di luci, suoni, colori, sapori e folklore rimane il momento aggregativo più forte per la comunità casteldaccese, che oggi come allora continua a stringersi ai piedi del suo Patrono per cercare ancora una volta aiuto e protezione.

Testo a cura del nostro collaboratore Gianfranco Geraci

Galleria Fotografica
Foto a cura del nostro collaboratore Gianfranco Geraci

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