S. Giusto Martire – Misilmeri (PA)
Data della Festa:
Ultima Domenica di Agosto
Come ogni anno la comunità Misilmerese attende con ansia “ A festa ranne ri Santu Ghustu”, festa che si svolge ogni anno attorno all’ultima domenica di agosto e che quest’anno come da tradizione è stata preannunziata con la processione dei “Palii”. I Palii avvertono la cittadinanza che la festa si farà e in base al loro numero si capisce quanti giorni durerà. Ogni tre palii indicano un giorno di festa. Quest’anno sono quindici i palii quindi cinque giorni di festa. Il Triduo in onore di San Giusto si è celebrato con la presenza delle reliquie del santo nelle quattro parrocchie di Misilmeri. Mercoledì 26 le reliquie del nostro Santo Patrono hanno lasciato la Chiesa Madre per visitare prima la parrocchia San Francesco, poi la parrocchia San Gaetano e in fine la parrocchia Cuore Immacolato di Maria. Sabato 29 Le reliquie di San Giusto sono Rientrate in chiesa Madre per la celebrazione dei solenni Primi Vespri. Dopo i Vespri, per le vie del paese, si è svolta la Dimostranza sulla vita di san Giusto conclusasi sul sagrato della Chiesa Madre. Domenica Solennità per i Misilmeresi di San Giusto Martire, L’Arcivescovo di Palermo Sua Ecc.zza Mons. Paolo Romeo ha Celebrato la Santa Messa Solenne delle ore 11,30 con la presenza di tutti i parroci e delle autorità cittadine. Alle ore 20,00 è iniziata la processione cittadina delle reliquie del nostro Santo Patrono per le vie principali del nostro paese. La festa si è conclusa Martedì presso il quartiere di San Giusto con la celebrazione Eucaristica presso la cappella di San Giusto, finendo così, non solo la “Festa Grande” ma anche le celebrazioni dei primi martedì dedicati a San Giusto.
La storia di San Giusto Martire.
Sulla vita di San Giusto non si hanno notizie certe. I primi atti e documenti risalgono al XVII sec. quando in Sardegna, più precisamente a Cagliari, dopo un’intensa campagna di scavi furono ritrovati i resti mortali dei primi martiri Cristiani.
Presso l’Archivio Storico dell’Arcidiocesi di Cagliari si trovano tre manoscritti che raccolgono gli atti di quei ritrovamenti.
In seguito alle varie ricerche, condotte all’interno o intorno a chiese e basiliche cristiane, vennero trovati diversi sarcofagi ed epigrafi.
Si pensò, dunque, di collocare le reliquie ritrovate all’interno della Cattedrale di Cagliari in una cripta inaugurata il 27 novembre 1618 e denominata “Santuario dei Martiri”. Alcuni ossari vennero però donati, per devozione, a personalità del tempo affinché venissero esposte al pubblico culto. Tale sorte è capitata al nostro San Giusto. Presso l’Archivio di Stato di Palermo, tra gli atti del Notaio Paolo Lombardo, si trova la testimonianza notarile sul ritrovamento e la donazione delle ossa di San Giusto. Secondo questo atto, datato 1 ottobre 1646, a cui è allegato un documento originale del notaio cagliaritano Andrea Mameli risalente al novembre 1645, il 26 maggio 1645, essendo arcivescovo di Cagliari Don Bernardo de la Cabra , presso la Basilica di San Saturnino martire, venne ritrovato «un sarcofago di pietra che recava la seguente iscrizione: “S. IVSTVS M. ET SOCII” ».
Dopo questo ritrovamento, che segna il momento storico dell’inizio della conoscenza e del culto tributato a San Giusto, grazie all’intercessione del “molto nobile Signor Don Giuseppe Della Matta” e dell’ arcivescovo Don Bernardo de la Cabra , molte delle reliquie, tra le quali quelle del nostro Santo Patrono, vennero donate alla Sicilia affinché “si accrescesse la devozione ai suddetti Santi Martiri”.
Il Signor Della Matta inviò le reliquie corredate da una lettera datata 23 dicembre 1645 alla nipote Donna Antonia Sagara, e poi da questa donate a Donna Maddalena Bazan, prima moglie di Don Francesco Del Bosco, principe de Cattolica e duca di Misilmeri.
Una piccola parte delle reliquie venne affidata subito “al molto Reverendo Padre maestro Francesco Faxardo dell’Ordine dei Predicatori, confessore dell’Ecc.mo Signore Viceré di questo Regno di Sicilia”. Sia la Sagara che la Bazan davanti al Notaio Lombardo affermarono che «le suddette parti dei corpi di San Giusto e compagni sono veramente parte dei corpi di San Giusto e compagni…».
Le reliquie, tenute in casa per devozione e pietà da Don Francesco Del Bosco, vennero ereditate poi, alla morte di quest’ultimo, dal figlio Giuseppe la cui madre, Donna Tommasa Del Bosco e Sandoval, seconda moglie di Don Francesco, principessa di Cattolica e duchessa di Misilmeri, «volendo arricchire ed onorare, con tali insigni e venerande reliquie dei Santi Giusto martire e Compagni, questa terra e Ducato di Misilmeri, riconosciuto fedele e devoto agli stessi principi, donò le suddette venerande ed insigni reliquie alla stessa Università ed ordinò che fossero pubblicamente venerate presso la Maggiore Chiesa di Misilmeri e se ne celebrasse ogni anno la festa». Tale donazione fu fatta il 17 maggio 1761 e ratificata dai Giurati della Città, Sileci, Smeraldi, Nuccio e Balletta.
Il notaio misilmerese Pietro Campanile che prese parte alla donazione stilando l’atto precisa che: Donna Tommasa stabilì che “ogni anno si celebri una festa come Patroni di questa terra”, pertanto “i giurati li hanno eletti e li eleggono come Patroni” le cui ossa sarebbero state collocate all’interno di una “cassa di legno argentato con quattro vetri. Si vedono solo le reliquie di San Giusto, poste su un rialzo. Sotto si trovano le reliquie degli altri Santi”.
Ai nomi dei “Socii” non si fa mai riferimento alcuno in nessun documento.
Dal 1971 ad oggi il Patrono di Misilmeri è San Giusto Martire Cagliaritano la cui festa si celebra ogni anno l’ultima domenica di Agosto.
Testo a cura della parrocchia Cuore Immacolato di Maria di Misilmeri
Galleria Fotografica
Foto a cura del nostro collaboratore Antonino Bruno